Vincenzo Noto

 

 

TRA BERLUSCONI E FINI….

 

Il primo elemento che risalta agli occhi anche dell’osservatore più distratto e meno interessato tra il presidente della Camera Giancarlo Fini e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è che Fini ha un istinto e una razionalità politica lungamente comprovati da una storia partitica molto ricca, il secondo anche se dimostra di avere imparato il linguaggio e le tecniche del fare politica, resta ingabbiato nella logica dell’imprenditore di grande successo. Berlusconi, da quanto riferiscono le cronache dei giornali, vistosi con l’acqua alla gola dopo le scelte di Fini, ha manovrato per portare al suo ovile alcuni deputati passati con l’ex leader di An, ovviamente promettendo l’inserimento in lista alle prossime elezioni politiche e quant’altro è nelle sue disponibilità di capo dell’esecutivo nazionale e padrone assoluto di un partito ormai in frantumi.

Un Politico vero (Fini) e un Politico di plastica (Berlusconi), un politico che sa guardare ai tempi lunghi e agli interessi di un Paese ridotto a comparsa sul piano della politica internazionale, e un politico che gestisce la vita della nazione come una azienda, ridottosi a frequentare soltanto Gheddafi e Putin perché gli altri leader internazionali  mantengono soltanto rapporti formali e diplomatici.

Ora tutti i nodi stanno venendo al pettine e siamo entrati in un tunnel diventando sempre più difficile individuare i tempi in cui ritorneremo a vedere la luce. E mentre una crisi economica attanaglia tutte le economie dei paesi industrializzati richiedendo misure coraggiose e di grande lungimiranza il teatrino della politica a noi riserva incontri continui ad Arcore e a palazzo Grazioli su come attribuire a Fini la responsabilità del ritorno alle urne che tutti danno per scontato, anche Berlusconi che a detta di molti commentatori finge di volere esorcizzare le elezioni anticipate. E’ chiaro che un ricorso alle urne anticipato di molto con una maggioranza che avrebbe potuto governare tranquillamente solo se avesse tenuto presente, almeno in parte, gli interessi della comunità nazionale, penalizza molto a livello di elettorato indipendente Berlusconi e la Lega. Ma questo dissenso si tradurrà automaticamente in consenso per il maggiore partito di opposizione? E il PD è pronto ad una campagna elettorale durante la quale esporre un programma concreto e presentare una classe dirigente capace di affrontare i veri nodi del paese? Sono questi gli interrogativi più atroci che bisogna porsi prima di decidere se andare alle elezioni anticipate oppure no.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009