Vincenzo Noto

 

      

Adorazione

 

Lasciato un pubblico ufficio nel quale per il secondo giorno consecutivo non avevo concluso nulla, ho deciso di raccogliermi in preghiera (anche per liberarmi un po’ della amarezza) nella chiesa di santa Rosalia in via Marchese Ugo. La scelta di questa chiesa non è stata casuale ma è l’unica a Palermo, per quanto ne sappia, dove è possibile fare adorazione eucaristica perché per molte ore, come si dice con un linguaggio da inoltrati, c’è il Sacramento esposto.

       A stento ho trovato un posteggio ed ho anche compilato la scheda di un euro. Particolare significativo sul quale tornerò dopo.

        Mi sono messo in fondo alla chiesa e, con mia meraviglia, ho costatato che erano presenti una quindicina di persone che facevano le loro preghiere.

        La mia meraviglia cresceva via via che costatavo come molti  di quelli che pregavano erano maschi e di una età che non superava i cinquanta anni.

     Un paio di volte ho contato distinguendo maschi e femmine e, la cosa mi pare vada sottolineata per quello che rappresenta nel suo aspetto sociologico, ho potuto verificare che i maschi superavano le donne. Si tratta di professionisti che gravitano nella zona del quartiere Libertà o di gente che andando a fare la spesa sentiva il bisogno di raccogliersi in preghiera.

     Di solito si pensa che nelle ore di Adorazione vanno in chiesa solo donne e particolarmente quelle anziane che non hanno niente da fare in casa e si ritrovano in chiesa non solo per pregare ma per incontrarsi tra di loro e farsi una buona chiacchierata. Ma credo che bisogna ricredersi e cominciare a fare discorsi abbastanza diversi.

     La riforma liturgica introdotta dal concilio Vaticano II, l’uso della lingua italiana invece del latino, ma anche una preghiera diventata molto più biblica, cioè fatta seguendo la Parola di Dio, ha lentamente portato ad espressioni di religiosità  che nel passato erano evitate dai maschi che a stento andavano a messa la domenica scegliendo accuratamente gli ultimi posti ed arrivando quando il prete era già sull’altare. Cinquanta anni fa, ma credo ancora oggi in qualche paese o quartieri della stessa Palermo, è impossibile pensare che  dei maschi si mettessero in ginocchio in una chiesa in un giorno lavorativo qualsiasi, per fare l’Adorazione eucaristica.

      Quando si fanno analisi sociologiche sullo stato di salute della chiesa cattolica in una società industrializzata e globalizzata fermarsi ai soli numeri della frequenza domenicale può essere insufficiente se non deviante. Occorrerebbe esaminare una serie di fattori che sfuggono alla logica dei numeri. Si pensi a quanti giovani frequentano gruppi parrocchiali per leggere e commentare la Parola di Dio, facendo spesso non pochi sacrifici dopo una giornata di lavoro. Qualche decennio addietro cose di questo genere sarebbero apparse impossibili nonostante che la frequenza alla messa domenicale era certamente più alta.

      Ritornando alla scheda per il posteggio devo costatare che la mia curiosità sul fenomeno della frequenza è stata punita. Ho perso troppo tempo e i vigili hanno sanzionato una multa perché avevo superato l’ora prevista.

 

                                                                                                Vincenzo Noto

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009