Vincenzo Noto

 

 

“sulla presenza e l’azione della Chiesa nel Mezzogiorno”

 

I Vescovi italiani studieranno nelle prossime settimane, “a casa”, una bozza di documento “sulla presenza e l’azione della Chiesa nel Mezzogiorno” al fine di un suo esame definitivo nell’Assemblea Generale della C.E.I. di novembre prossimo ad Assisi.

Sulla questione del Mezzogiorno è, quindi, annunciata una nuova parola della Chiesa italiana e nessuno può pensare che verranno date indicazioni concrete sul piano economico e sulle strategie operative.

I Vescovi tornano così ad occuparsi dei temi e delle questioni, spesso drammatiche, del Sud del nostro Paese ponendosi in linea di continuità con precedenti prese di posizioni quali quelle contenute nel documento di venti anni or sono (Chiesa italiana e Mezzogiorno), ridiscusse nel Convegno di Napoli del febbraio scorso.

Per il momento preme rilevare che il comunicato del Consiglio Permanente della C.E.I. fa riferimento, al fine di una corretta lettura del documento, alla “responsabilità”, alla “solidarietà” e alla “sobrietà” quali valori sui quali poggia la speranza cristiana, “virtù che non tace il peccato”.

Per altro verso, i Vescovi non intendono rivolgersi solo alla gente del Sud, ma al Paese intero poichè il documento vuole essere “la voce di tutta la Chiesa che è in Italia”.

Il mese prossimo, dopo averlo conosciuto, discuteremo e approfondiremo il documento annunciato, che certamente contribuirà a richiamare attenzione e interesse per il Mezzogiorno e, soprattutto, c’è da augurarsi che la politica nel suo insieme, il governo e chiunque abbia ruoli pubblici di decisione corrispondano, con lealtà e coerenza, all’invito della gerarchia cattolica, normalmente riverita anche da chi non crede.

Quale influenza potrà avere l’atteso documento su Bossi e la Lega, su Tremonti e Berlusconi?

Nelle nostre regioni meridionali continuerà a parlarsi di “partito del Sud” in chiave antinordista non avendo sufficiente fiducia in una solidarietà nazionale?

Certamente i meridionali dovranno puntare di più sulle proprie forze e dovranno essere i principali protagonisti del proprio riscatto e della propria crescita come ci hanno insegnato i più grandi meridionalisti; nulla deve essere chiesto mendicando e nulla deve essere dato come obolo o assistenza: dobbiamo finalmente avere una mentalità nuova e un protagonismo attivo.

Da parte sua la Chiesa non può limitarsi ad elaborare un documento, ma – nelle singole realtà territoriali – dev’essere attivamente presente per assistere, aiutare, ammonire, indignarsi, collaborare come ha sempre fatto ed ancora di più e meglio.

Anche la Chiesa “temporale”, quà e là, deve fare qualche “mea culpa”, deve essere più vicina ai deboli e prendere qualche distanza dal potere perchè anche a lei può accadere di predicare bene e razzolare male. C’è una grande responsabilità da esercitare, distinta per la gerarchia, per il clero e per i fedeli laici; sia considerando il popolo di Dio sia considerando la comunità dei cittadini, ciascuno deve fare fino in fondo la propria parte, il proprio dovere.

 

Rino La Placa

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009