Vincenzo Noto

 

 

Conferenza Episcopale Italiana

CONSIGLIO PERMANENTE - Roma, 25-27 gennaio 2010

 

 COMUNICATO FINALE

 

Il Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, presieduto dal Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, si è riunito a Roma per la sessione invernale dal 25 al 27 gennaio 2010. Si è registrato un ampio e convinto consenso intorno alla prolusione del Presidente sia per lo stile che per i contenuti. Essa, infatti, intende offrire non una semplice sequenza di dati o di problemi, ma esprimere un punto di vista sintetico e un giudizio articolato sul momento presente, in grado di avviare la riflessione comune. Non a caso, i contenuti sviluppati dal Cardinale Presidente (la questione di Dio, il tema dell’educazione, l’identità del sacerdote, la nuova evangelizzazione, il documento sul Mezzogiorno, l’immigrazione, la crisi economica, l’attuale momento politico) hanno suscitato un ampio dibattito, che a sua volta ha arricchito e precisato la riflessione iniziale. Si è ribadito anzitutto che Dio è la “buona notizia”, di cui il mondo oggi ha nostalgia e sente il desiderio, nonostante l’acutizzarsi dei processi di secolarizzazione e di spersonalizzazione. Si è analizzata una bozza degli Orientamenti pastorali per il prossimo decennio, convergendo sull’idea che un rinnovato dinamismo educativo è quanto di più necessario si avverte oggi in ambito ecclesiale e nei contesti più attenti della società civile. Si è proceduto a un’ulteriore rilettura del documento su Chiesa e Mezzogiorno, finalizzato a rilanciare quella tensione solidale, che sola costruisce e sostiene l’identità del Paese. Si è poi definito il calendario per la preparazione della versione italiana della terza edizione del Messale Romano. È stata affrontata la questione dell’organizzazione territoriale della Chiesa italo-albanese in Italia, sono state fornite indicazioni per l’elaborazione delle relazioni quinquennali sull’attività delle Commissioni Episcopali e sono stati approvati i parametri per l’edilizia di culto per l’anno 2010.

 

 

1.         Il “Dio vicino” è la buona notizia

 

“Dio è importante, la realtà più importante in assoluto nella nostra vita”. Le parole pronunciate da Papa Benedetto XVI nella solennità del Natale hanno resi tutti ancor più persuasi del fatto che “Egli è il Vicino: ecco la notizia che non ci lascia indifferenti, che scalda il cuore e ci cambia la vita perché risponde alle nostre attese più intime” (prolusione). In effetti la questione di Dio, che è al cuore della missione della Chiesa, corrisponde a una diffusa nostalgia che si fa strada nelle pieghe di una società all’apparenza distratta e disincantata. Molteplici segnali indicano che sta crescendo una ricerca religiosa che ha bisogno di essere accompagnata e, quando è possibile, orientata. Ciò spiega l’attrattiva che le parrocchie esercitano in certi periodi dell’anno, come il Natale, soprattutto laddove si riesce a “dar fondo alla creatività pastorale, rivisitando i moduli ordinari di essa e ripensandoli in ordine alla nuova evangelizzazione”. Il primo obiettivo, infatti, deve essere quello di risvegliare la domanda intorno a Dio per reagire alle insidie del secolarismo e per aprire un dialogo anche con quanti si dichiarano agnostici o atei, facendo emergere quel desiderio di pienezza e di verità che è nel cuore di ogni uomo.

 

 

2.                  Gli Orientamenti pastorali sull’educazione

 

L’apertura alla questione di Dio è il vertice di un processo educativo che va riattivato e accompagnato in un contesto culturale che sembra essersi troppo in fretta congedato da questa possibilità. Educare, infatti, è diventato non solo difficile, ma spesso impensabile. Gioca a sfavore della possibilità di educare la sfiducia verso le capacità dell’uomo, a cominciare dalla sua razionalità. Avviene così che una libertà privata della sua naturale capacità di aprirsi alla trascendenza venga ricondotta al piano dell’emotività o a una dinamica puramente reattiva. Rispetto a questo pregiudizio culturale, è stato evidenziato che anche oggi è possibile educare, realizzando la missione di sempre della Chiesa. I Vescovi sono dunque persuasi che gli Orientamenti pastorali del prossimo decennio – la cui prima bozza è stata attentamente vagliata ed emendata – potranno costituire un’utile traccia per realizzare questo compito prioritario della comunità ecclesiale. Si è pure convinti che una stagione di rinnovato impegno educativo potrà costituire un punto di convergenza con quei settori della società civile più interessati alla crescita delle giovani generazioni. A tutti è chiaro che educare non significa automaticamente evangelizzare. Sono peraltro innegabili alcuni punti di contatto e resta pur sempre vero che l’educazione cristiana rappresenta il compimento di qualsiasi crescita umana. In particolare, si è sottolineato che la dimensione relazionale è ciò che consente di andare al di là di una formazione strumentale o di un generico indottrinamento: infatti, ciò che fa la differenza è la qualità della testimonianza. È stato perciò ribadito che non basta richiamare i valori, ma occorre farne personale esperienza. Ciò accade quando si riesce a maturare un giudizio originale sulla vicenda umana e non si creano fratture tra la dimensione del credere e quella del vivere. Nell’Anno Sacerdotale, non è mancato un esplicito riferimento al sacerdote, quale primo educatore della fede. Non si sono sottaciute le sue crescenti responsabilità in un tempo di rapido trapasso, ma se ne è pure auspicato il ricentramento sulla dimensione spirituale e sulla missione evangelizzatrice.

 

3.         L’impegno della Chiesa per un Paese solidale

 

Uno dei banchi di prova dell’avvenuta crescita umana e cristiana è il rapporto tra la fede e la storia. Da questo punto di vista, il documento su Chiesa e Mezzogiorno esprime un’attenzione speciale di tutto l’Episcopato italiano per un tema di grande attualità sociale. Tale attenzione intende incarnare quel principio di solidarietà, per cui ‘solo insieme’ si riesce a esprimere un amore autentico verso il Paese. Contro ogni tentazione di torpore e di inerzia, si ha infatti il dovere di annunciare che i cambiamenti sono possibili. Secondo le indicazioni emerse a novembre, nel corso dell’Assemblea Generale di Assisi, la bozza del documento sarà ora inviata in consultazione a tutti i Vescovi, in vista della pubblicazione, prevista nelle prossime settimane.

Un altro terreno sul quale verificare la tenuta delle nostre comunità cristiane è la sfida dell’integrazione sociale a motivo dell’immigrazione e dei problemi economici, acuiti da una fase di crisi non ancora pienamente superata. In entrambi i casi, ciò che è doveroso attendersi è una testimonianza matura che non separi la fede dalla vita e sappia trarre dal Vangelo le indicazioni necessarie per affrontare questioni che chiamano in causa la cittadinanza responsabile.

 

4.                  Il ‘sogno’ di una generazione nuova di italiani e di cattolici in politica

 

Si inserisce in questo contesto anche il “sogno” evocato nella parte conclusiva della prolusione, con la speranza di “una generazione nuova di italiani e di cattolici che… avvertono la responsabilità davanti a Dio come decisiva per l’agire politico”. In questa maniera sarà possibile superare quella frattura che talora si riscontra tra il piano dei valori e le scelte di una democrazia di tipo procedurale, quasi che la politica debba necessariamente attestarsi sul piano del compromesso e del gioco al ribasso, incapace di tutelare e promuovere quei beni, senza i quali la stessa vita sociale è a rischio. Da questo punto di vista tutti si sono ritrovati nel giudizio contenuto al n. 15 dell’Enciclica Caritas in veritate, che lega inscindibilmente questione antropologica e questione sociale. In concreto, si tratta di non separare, o peggio ancora contrapporre, la responsabilità individuale, che ribadisce il valore della vita e della famiglia, dalla responsabilità sociale, chiamata ad affrontare i problemi economici, ambientali e sociali. L’auspicio è che il ‘sogno’ prenda corpo anche attraverso quella paziente tessitura educativa che aiuta a superare il senso di estraniamento dalla responsabilità per il bene comune.

 

5.                  Ulteriori adempimenti

 

L’approvazione dell’iter per la preparazione della versione italiana della terza edizione del Messale Romano conferma l’impegno della Chiesa in Italia a far sì che la celebrazione della liturgia costituisca un’esperienza che coinvolge i fedeli e li rende via via più consapevoli del dono della fede e dell’azione trasformante della grazia, che opera attraverso i sacramenti e in particolare l’Eucaristia.

È stata avviata una riflessione sulla strutturazione della Chiesa italo-albanese in Italia: si tratta di una presenza secolare di fedeli cattolici di rito orientale, i quali fanno attualmente capo alle diocesi di Lungro in Calabria e di Piana degli Albanesi in Sicilia e all’abbazia di Santa Maria di Grottaferrata, non lontano da Roma.

Avviandosi alla conclusione il quinquennio delle Commissioni Episcopali, sono stati presentati i criteri per l’elaborazione delle relazioni sul lavoro svolto. Infine, sono stati approvati i nuovi parametri per l’edilizia di culto per l’anno 2010.

 

6.         Nomine

 

 

Roma, 29 gennaio 2010

 

 

progetto: SoMigrafica 2009