Vincenzo Noto

 

 

Mors et vita duello confixere mirando

 

Nella croce adoro il risorto. Nel “ tutto è compiuto, nel “ tutto è perfetto, è già la risurrezione. La croce è lo spazio in cui Dio si manifesta e si consegna agli uomini. Sto svuotando in me il concetto della potenza di Dio, secondo gli schemi umani. Non sacro più il potere. E’ onnipotente in amore e in misericordia. E’ del tutto opposto a quella umana. Non tento più Dio affidandogli la potenza soprannaturale che può distruggere tutti, giudicare e condannare. Dio Gesù ha scelto la parola della croce ( logos taù stauroù). Comincio a essere discepolo della parola e della croce. Tenterò di far scendere la passione di Cristo dalla mente al cuore. La via crucis, la via della stoltezza è la via della risurrezione. Nella vergogna ho ricevuto la salvezza. San Paolo ci parla di morìa, cioè di follia. C’è il rischio che la chiesa, come quella nascente, si laceri in contese e in capacità di accalappiare i fedeli attraverso i miracoli o il fascino personale degli annunciatori. Non convinco quanti cercano sorprese di miracoli, effetti eccitanti. La fede non cerca guarigioni. Rischiamo ancora una volta come san Paolo ai Corinzi di svuotare la croce vestendola di oro e di onori per noi. Con quante croci hanno imperato i re. Con quanto oro di croci hanno dominato i potenti. “ Io decisi fermamente di non sapere altro in mezzo a voi, se non Gesù Cristo, e questi crocifisso “ ( 1 Cor 1,20). La sapienza del cosmo ( sophia toù kòsmou), la sapienza degli uomini ( sophia anthropon) vengono superate dalla parola della croce ( ho logos taù stauroù). Il messaggio di amore di Cristo non è e non si può trasformare in una speculazione culturale, né in una gloria umana. La croce è follia per gli uomini ma sapienza per Dio. Cristo Gesù trasforma il patibolo della croce in energia di risurrezione, in energia di amore per la salvezza di tutti. E’ capace così di trasformare in noi ogni situazione di dolore in abbondanza di gioia. Non è la croce, il legno, che rende grande il crocifisso ma è il Crocifisso che rende sangue e carne di salvezza la croce. Il maledetto (anàthema), rigettato dalla comunità di Dio, il fallito che muore fuori delle mura della città è chi realizza a pieno la nuova alleanza con Dio. E’ il vero agnello non afono, gradito a Dio. E’ il sacrificio del cuore, che Cristo offre al Padre. Questa è la grammatica della dynamis di Dio. La croce è la teologia di Cristo per ogni uomo. Sto seguendo nel mio piccolo dolore l’esempio di Cristo. La sequela Christi è la croce. Vado a scuola della croce di Cristo. Quassù mi sembra di essere sul tabor della trasfigurazione. Noi camminiamo sulla croce con tutti i nostri drammi e le angosce del mondo e per di più sappiamo solo di procedere in debolezza (en astheneìa) che ci svilisce. In questa fragilità non adultero il vangelo, non manipolo la Parola di Dio rendendola ideologia umana. Seguo il Signore (il kyrios), non la mia mente. Il tesoro rivelato ai piccoli è Gesù, il Signore dell’universo e noi lo portiamo in un vaso di terra, nel nostro corpo mortale. Nella sacra scrittura il vaso rimanda all’uomo (adam) che è tratto dalla terra (adamà). Si legge in un bel detto rabbino: “ Come il vino non può conservarsi in vasi di oro o di argento, ma solo nel più vile dei recipienti, quello di argilla, così le parole della Torà non sono conservate e custodite da chi si ritiene un vaso d’oro o d’argento, ma solo da colui che stima se stesso come l’ultimo dei recipienti, un vaso d’argilla. Il mistero di Cristo è affidato all’uomo. Il corpo di Cristo è conservato nel corpo dell’uomo. Il mistero della morte e della risurrezione è nella carne dell’uomo. Noi, come Paolo, possiamo affermare: “ Io vivo, ma non vivo più io, è Cristo che vive in me…” (Gal 2,20). In Cristo sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza ( Col 2,3). E infine per capire la croce alziamo lo sguardo a Lui che ci svela: “ Ho sete proprio di te. Ho sete di te”. Nella croce “sono abitato dalla speranza della vita eterna” (1Pt 2,11).

 

Paolo Turturro

 

 

progetto: SoMigrafica 2009