Vincenzo Noto

 

 

CROCIFISSO

Il segnale della Corte

Positivo per tutti, non solo per i cattolici

 

È una prima buona notizia: il ricorso del governo italiano contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul crocifisso nelle aule scolastiche è stato accolto e il caso sarà sottoposto alla “grande chambre”, cioè ad una sorta di plenaria dell’istituzione di Strasburgo. La procedura quindi sarà ancora lunga.

Il caso non è chiuso, ma fortunatamente è stato riaperto e un punto importante è stato segnato. C’è in gioco qualcosa di rilevante, non solo per l’Italia. Lo dimostrano anche i commenti a caldo, che insistono su due temi. Il primo è il principio di sussidiarietà, per cui le questioni legate all’identità, alla religiosità, devono essere lasciate alla determinazione degli Stati, alle diverse storie e sensibilità. Il secondo, connesso, è che questa decisione ridà ai cittadini di molti Stati un senso di fiducia e di appartenenza alle istituzioni europee.

A novembre infatti – anche per la difficoltà da parte dell’opinione pubblica di distinguere tra Unione europea e Consiglio d’Europa – la decisone dei giudici era stata accolta come l’ennesima dimostrazione dell’astrattezza e della rigidità di un certo “pensiero unico” politicamente corretto, privo di radici e di considerazione per la vita reale dei popoli e dei cittadini. È questa la ragione più profonda della persistente distanza che le istituzioni europee rischiano di accumulare nei confronti dei popoli. Si tratta di una sorta di corto-circuito, che non può non preoccupare, di fronte in particolare al rischio di una crescete marginalizzazione dell’Europa dal cuore del processo di sviluppo mondiale. Ora si presenta l’occasione per rettificare. In questi mesi si è sviluppata in Italia e in diversi altri Paesi europei una attenzione seria, che va mantenuta.

Emerge, allora, il grande tema della laicità. Per diversi aspetti si tratta di un tema molto europeo, molto intra-europeo, che rischia di isolare l’Europa, non più all’avanguardia dei grandi dibattiti culturali e spirituali, ma chiusa in un orizzonte autoreferenziale. La dinamica della secolarizzazione, che all’affermazione della laicità assoluta implicitamente rinvia, insomma rischia di provocare blocchi e corto-circuiti. Per questo la proposta di una “laicità positiva”, che Benedetto XVI sta sviluppando in dialogo con tanti è importante.

Il simbolo della croce così ci riporta non solo alla proposta e alla testimonianza evangelica, ma anche al dinamismo di civiltà alle origini dell’idea stessa di Europa. Per questo è molto significativo che il movimento di opinione pubblica per la difesa del crocifisso, in Italia e non solo, sia – come è – trasversale, riguardi cattolici e laici, maggioranza e opposizione. Tanto più in un quadro mondiale in cui i cristiani sono oggetto di violenze e di vere e proprie persecuzioni: a tutti, peraltro, il crocifisso continua a testimoniare “la legge dell’amore fino al dono della vita”, principio di libertà e di liberazione.

 

Sir

 

 

progetto: SoMigrafica 2009