Vincenzo Noto

 

 

CARO EUROELETTO, NON DIMENTICARE I POVERI

 

"Caro membro del Parlamento Europeo, (...) lei sta assumendo un'importante responsabilità (...). Le sue azioni e scelte  avranno un impatto su tutte le persone, all'interno ed oltre i confini dell'Unione Europea. Centinaia di migliaia di persone che lavorano in Caritas - salariati e volontari - sono concretamente coinvolti nella lotta contro la povertà e nella promozione dello sviluppo umano e della giustizia. (...) Noi le chiediamo (...) di supportare noi - e le persone che serviamo - favorendo l'accesso dei nostri messaggi nell'agenda delle discussioni politiche", Comincia con queste parole la lettera che il lussemburghese Emy Gillen, presidente di Caritas Europa, ha indirizzato ai 736 europarlamentari, all'indomani delle elezioni di inizio giugno, svoltesi nei 27 paesi Ue.

La confederazione continentale Caritas sa che il prossimo sarà un quinquennio decisivo su molti fronti che interessano la sua azione: l'appuntamento del 2010, Anno europeo di lotta alla povertà, non deve costituire un punto di arrivo, ma il trampolino di lancio di politiche più incisive in materia di inclusione sociale e coesione sociale; migrazioni, asilo, integrazione e tratta degli esseri umani; cooperazione internazionale.

Maggiore visione sociale

A queste tre “famiglie” di temi fanno riferimento le sollecitazioni contenute nei paragrafi del messaggio che Caritas Europa ha indirizzato agli eletti a Strasburgo. Con una premessa: la rete Caritas coltiva una "visione generale" dell'Europa, intesa come un continente in cui "la dignità umana, i diritti umani e la solidarietà tra le persone e le nazioni sono valori condivisi; la povertà e l'esclusione sociale sono definitivamente sradicate: il dialogo civile e la partecipazione democratica sono diffusi; sono intraprese azioni effettive per la promozione dello sviluppo umano  integrale in tutto il mondo".

Alla luce di queste premesse, in materia di inclusione sociale Caritas raccomanda all'organismo legislativo dell'Unione, tra le altre cose, di "bilanciare significativamente la recentemente rivista Strategia post-Lisbona con una maggiore visione sociale, dove anche i poveri, i vulnerabili, coloro che sono esclusi dalla società, così come quelli che sono più distanti dal mercato del lavoro, possano trovare il loro posto".

Sul fronte delle migrazioni e della tratta, Caritas ricorda anzitutto che "il supporto all'integrazione deve essere offerto a tutte le persone che entrano nell'Unione europea, anche se per periodi limitati". Inoltre sollecita l'Europa "a salvaguardare il diritto alla protezione internazionale, stabilendo i più alti standard nel Sistema comune europeo di asilo", attraverso la revisione delle Direttive di settore. integrale in tutto il mondo".

Alla luce di queste premesse, in materia di inclusione sociale Caritas raccomanda all'organismo legislativo dell'Unione, tra le altre cose, di "bilanciare significativamente la recentemente rivista Strategia post-Lisbona con una maggiore visione sociale, dove anche i poveri, i vulnerabili, coloro che sono esclusi dalla società, così come quelli che sono più distanti dal mercato del lavoro, possano trovare il loro posto".

Sul fronte delle migrazioni e della tratta, Caritas ricorda anzitutto che "il supporto all'integrazione deve essere offerto a tutte le persone che entrano nell'Unione europea, anche se per periodi limitati". Inoltre sollecita l'Europa "a salvaguardare il diritto alla protezione internazionale, stabilendo i più alti standard nel Sistema comune europeo di asilo", attraverso la revisione delle Direttive di settore.

A proposito dei programmi di cooperazione internazionale, Caritas chiede al parlamento di Strasburgo di "farsi paladino della giustizia climatica e di dimostrare capacità di leadership nei negoziati internazionali sul cambiamento climatico", molte ricorda che "la solidarietà globale deve essere a beneficio di tutti": dunque il Parlamento europeo deve "usare i suoi poteri di bilancio per assicurare che la Ue mantenga i suoi impegni in merito al livello degli aiuti internazionali, incrementando allo stesso tempo l'efficacia di tali aiuti". Conseguente è l'appello ad "adempiere in maniera significativa al principio di coerenza delle politiche per lo sviluppo, stabilito dal Trattato Ue, con particolare riferimento alla giustizia nel commercio e alle politiche migratorie basate sui diritti umani".

Idee e proposte, insomma, non mancano: c'è da augurarsi che l'emiciclo di Strasburgo non eluda la sfida.

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009