Vincenzo Noto |
Integrare anche attraverso le religioni
Una conferenza
nazionale voluta dal ministro dell’Interno e da quello della
Cooperazione convoca i rappresentanti delle diversi espressioni
religiose per studiare un modello italiano di convivenza
«Quando sbarcano
disperati che arrivano con ogni mezzo, siamo di fronte a persone che
hanno titolo a chiedere asilo. Occorrono accertamenti seri, rapidi,
severi, in base alle norme comuni a livello europeo, certo, ma non c’è
dubbio che bisogna dare lo status di rifugiati e il sostegno a chi ne ha
diritto». Questo è quanto ha detto il presidente della Repubblica
Napolitano a margine di un incontro avuto al Quirinale con il presidente
della Repubblica di Malta, George Abela. Non ci mancano in questi giorni elementi di approfondimento. Le parole forti di Napolitano, ma anche l’iniziativa dell’altro giorno del ministro Andrea Riccardi che, in collaborazione con il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, ha voluto promuovere la prima conferenza nazionale su “Religione, cultura e integrazione”, si muovono in questa direzione. Un nuovo organismo consultivo che ha visto la partecipazione del segretario generale del Cici-Moschea di Roma, Abdellah Redouane, il presidente dell’Ucoi (Unione delle comunità islamiche d’Italia), Izzedin Elzir, il vicepresidente della Coreis (Comunità religiosa islamica), imam Yahya Pallavicini, il presidente dell’Unione induista italiana (Uii), Franco Di Maria, e il presidente delle Federazioni delle Chiese evangeliche, Massimo Aquilante. I cristiani ortodossi erano rappresentati dai patriarcati di Mosca, Costantinopoli e Serbia e dal vescovo della diocesi italiana della Chiesa ortodossa romena, monsignor Siluan Span. La Chiesa cattolica era rappresentata dal direttore dell’Ufficio per la conferenza episcopale italiana per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, mons. Gino Battaglia, e il direttore della fondazione Migrantes, monsignor Giancarlo Perego.
Un’iniziativa che
va segnalata per il suo forte significato: il ruolo delle religioni nel
tema dell’integrazione. I rappresentanti di diverse comunità religiose
presenti in Italia non sono omologabili, ma certamente sono portatori di
una riflessione circa la necessità di effettuare, nel più breve tempo
possibile, il passaggio delicato della piena integrazione. Ben vero,
oggi in Italia già vivono due milioni e 900 mila immigrati cristiani (un
milione e mezzo sono ortodossi); un milione e 300 mila musulmani; oltre
150 mila buddhisti, meno di 100 mila induisti e 60 mila sikh. I recenti e gravi episodi accaduti a Tolosa nei giorni scorsi, in cui un uomo ha sparato davanti a una scuola ebraica, sono un richiamo forte per i leader, oltre che un monito perché le religioni non possono non essere un valore aggiunto nella convivenza tra i popoli.
Roberto Mazzarella
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progetto: SoMigrafica 2009