Vincenzo Noto

 

Non soltanto un periodo di difficoltà ma anche un’occasione di crescita del Paese

 

La crisi internazionale si è propagata, com’era prevedibile, anche nel nostro paese, provocando effetti diversificati a seconda delle aree geografiche.

Secondo i dati forniti dall’Istat l’attuale situazione socio-economica è particolarmente sconfortante. La recessione economica, manifestatasi con la riduzione del PIL dell’1,9% nel 2008 e con stime del -5,9% nei primi tre mesi del 2009, rende opportuna una valutazione delle sue conseguenze sul mercato del lavoro.

Dai dati Istat, pubblicati nel Rapporto annuale del 2008, emerge che per la prima volta dal 1995 la percentuale dei disoccupati supera quella degli occupati, in cui la Sicilia riconferma il primato di regione con maggiori disagi occupazionali.

Accanto alla nuova tipologia di disoccupato ex-lavoratore industriale, continua ad essere preoccupante la condizione delle fasce più deboli del mercato del lavoro: donne, giovani e meridionali.

La povertà in Italia è geograficamente connotata. Sicilia, Calabria e Campania sono le regioni che hanno avuto storicamente un divario socio-economico con le regioni del Nord e che le conseguenze della crisi contribuiscono ad aggravare. È una “crisi nella crisi” quella che si sta materializzando nel Mezzogiorno, ma in particolare nella nostra Isola costringendo i siciliani ad abbandonare la propria terra per realizzare i propri sogni, pur essendo ricca di potenzialità notevoli per la sua posizione logistica.

I dati dell’Istat riflettono il reale allarme che la crisi genera nel mondo del lavoro, con una forte riduzione dei lavoratori autonomi (104.000 unità in meno rispetto al 2007), con licenziamenti cresciuti nel 2008 del 32% e con la non confortante stima dei 350.000 contratti a termine.

L’instabilità economica diventa disagio sociale. Si fa insistente la difficoltà delle famiglie di “arrivare a fine mese” e di trovare un lavoro che garantisca una stabilità economica. Ciò è confermato dalle stime Istat con il passaggio dal 5,5% al 6,3% delle famiglie con evidenti problematiche economiche.

Nell’auspicio che da questa esperienza si possano trarre conseguenze positive per il futuro voglio concludere riportando il pensiero del Presidente dell’Istat Luigi Biggeri,  che ritiene la crisi economica non soltanto un periodo di difficoltà ma anche un’occasione di crescita del Paese.  

 

Irene Nicolosi

 

progetto: SoMigrafica 2009