Vincenzo Noto |
L’ITALIA INNANZITUTTO UNA NUOVA CUTURA POLITICA
Il momento di assumersi le proprie responsabilità è arrivato per tutti. I conti economici del nostro Paese, a detta di tutti gli osservatori, ma anche delle tabelle che parlano un linguaggio estremamente realista, sono un disastro. Tutti conosciamo di chi sono le responsabilità ed è più che ovvio chi ha queste responsabilità deve lasciare il paese in mano a chi sa veramente governarlo. E nel frattempo? Non possiamo giocare allo sfascio e gridare muoia Sansone con tutti i filistei, perché a morire sarebbero milioni di italiani costretti a fare la fame. Mai come in momenti come questi è doveroso mettere da parte le ideologie, le appartenenze politiche e partitiche, i propri interessi o quelli della propria parte per guardare all’interesse generale del nostro Paese, dell’Italia che in questo momento sul piano internazionale conta meno di nulla. Occorre che maggioranza ed opposizione – così come ha ribadito con autorevolezza il presidente della repubblica Giorgio Napoletano – mettano momentaneamente da parte le logiche di appartenenza e insieme trovino soluzioni adeguate per farci uscire dal tunnel. E tutti sappiamo che le soluzioni adeguate saranno certamente dolorose perché incideranno sui portafogli di chi soprattutto vive di stipendio e di pensione. Ma detto questo bisogna subito chiedere con forza che ci sia un impegno al cento per cento dello Stato a perseguire quanti hanno capitali all’estero e nel nostro paese non pagano le tasse con marchingegni diabolici che gli permettono di evadere in continuazione. Quello di scoprire gli evasori e fargli pagare fino all’ultimo centesimo aprendo eventualmente anche le patrie galere per i recidivi, deve essere un impegno solenne che chi guida il paese deve prendere dinnanzi ai cittadini onesti tali tante volte perché non possono farla franca e non sono a conoscenza di come evadere anche loro il pagamento delle tasse. Abbiamo bisogno di una nuova cultura politica, di un modo di verso di interpretare e vivere il nostro rapporto con le istituzioni ben sapendo che non possiamo solo chiedere servizi adeguati ( e Dio solo sa di quanto ne abbiamo bisogno) ma dobbiamo anche contribuire a pagarli perché certamente un costo ce lo hanno. L’esperienza del nostro paese ci induce a dire che a salvare l’Italia non saranno i potenti o i grandi, ma i cittadini più semplici e modesti che sanno vivere con poco ma hanno un profondo senso di appartenenza ad un’Italia che amano e che non vogliono vedere ulteriormente degradata da ci governa.
Vincenzo Noto
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progetto: SoMigrafica 2009