Vincenzo Noto

 

 

 

Ai componenti dell’Assemblea diocesana di ACI

 

Carissimi fratelli della nostra Chiesa Monrealese e aderenti all’Azione Cattolica,

pur essendo lontano da voi, non potevo non rendermi presente all’importante appuntamento di questa assemblea, oltre che con la mia preghiera, anche con poche mie parole.

            Come siete a conoscenza, gli studi al Pontificio Istituto Biblico di Roma, che sto conducendo, richiedono un corso di archeologia e geografia biblica da seguire in Terra Santa, dove mi trovo in questi giorni. Ma se lo studio e l’enorme fatica che le escursioni archeologiche richiedono per il caldo e per i luoghi impervi (spesso lontani dai percorsi turistici o dei pellegrinaggi) potrebbero far pensare ad una mia dimenticanza nei vostri confronti, vi assicuro, con franchezza di cuore, che, solcando i luoghi in cui il nostro Dio ha iniziato a rivelarsi all’umanità compiendo il suo dirsi amorevole in Gesù Cristo suo Figlio, il ricordo di voi tutti è costantemente presente in me. Più volte, durante le celebrazioni in luoghi della memoria della sacra rivelazione, ho innalzato al Signore una preghiera per la nostra Chiesa locale e di conseguenza per l’Azione Cattolica che la nostra diocesi è chiamata a servire perché sia sempre di più un luogo/tempo di comunione e di fede. La memoria dei luoghi santi, mi porta a desiderare e a pregare per una Chiesa che sappia mantenere per sé e per l’uomo di oggi la memoria per eccellenza, cioè l’essere amati e salvati da Dio, il Padre, nell’unigenito suo Figlio, il Signore Gesù Cristo. Perché questa memoria rimanga viva è necessario che tutti viviamo un esperienza profonda di fede e di vita ecclesiale collaborando, di conseguenza, alla missione della Chiesa stessa che dal periodo apostolico, ha saputo consegnare all’uomo di ogni tempo, e quindi anche a noi, il suo deposito salvifico. Per questo chiedo a tutti voi, aderenti dell’Azione Cattolica, di prendere sul serio la vostra vita battesimale (cioè di credenti) e anche l’impegno nell’associazione.

L’anno associativo che cominciamo è particolarmente significativo per l’esercizio della responsabilità in AC e, attraverso di essa, nei confronti della nostra diocesi: si apre, infatti, l’anno assembleare in cui tutti gli organismi di partecipazione associativi (da quelli parrocchiali a quelli nazionali) saranno rinnovati. È un anno che chiede a ciascuno di noi generosità di servizio, volontà di metterci a disposizione e di superare, forse, il troppo angusto recinto di presenza che la nostra vita ecclesiale è abituata ad esercitare. Il radunarci in un’assemblea diocesana, oggi, ci richiama al fatto che, se tutti noi siamo Chiesa, lo siamo perché riuniti intorno al Vescovo, pastore della diocesi. È a questa dimensione fondante, fontale e principiale che dobbiamo guardare anche per indirizzare il nostro servizio. A questo proposito, come avete appreso dalla lettera che il nostro Arcivescovo ha indirizzato a tutti i fedeli della comunità diocesana, la nostra diocesi vedrà il concretizzarsi di alcuni cambiamenti nella sua organizzazione funzionale/pastorale. Chiedo a tutta l’associazione (in particolare alle associazioni parrocchiali) di essere in prima linea nella realizzazione del nuovo indirizzo che il nostro Arcivescovo vuole attuare. È questo un primo e insostituibile servizio alla diocesi che la capillarità dell’associazione può e deve dare!

Il servizio alla Chiesa non può prescindere, però, dalla cura della propria vita di fede. Per questo invito tutti voi, all’inizio di quest’anno, ad un impegno che alimenti il nostro cuore. Se la Chiesa intorno al suo Vescovo è l’orizzonte ecclesiologico fondamentale, non dobbiamo trascurare, contemporaneamente, anche il luogo concreto e quotidiano (funzionale direi) in cui avviene la nostra formazione: il gruppo di AC di riferimento e la comunità parrocchiale intera. È questo il luogo che abbiamo il dovere, per noi e per i nostri fratelli più vicini (parlo proprio fisicamente: compagni di gioco, vicini di casa, persone del quartiere), di rendere fecondo pretendendo da noi e dalle nostre associazioni parrocchiali la continuità e serietà dei cammini, l’uso dei testi di formazione, ritiri particolarmente forti, una vita sacramentale consapevole. Insomma tutto quanto è necessario per alimentare la nostra vita comunitaria di fede. Siamo noi a doverlo volere e pretendere a partire da noi stessi.

Il tema dell’anno, d’altronde, ci aiuta parecchio in ciò che mi permetto di ricordarvi: essere sale della terra e luce del mondo altro non è che essere veramente cristiani. Pretendere che l’ACI sia strumento efficace per essere cristiani è permetterle di rispondere alla sua vocazione ecclesiale!

In questa occasione, inoltre, nonostante la mia assenza, mi preme porgere un particolare ringraziamento a due miei confratelli, Don Nicola Gaglio e Don Renzo Cannella, che spero presenti, e che hanno svolto nei passati anni il compito di Assistenti diocesani, rispettivamente del settore giovani e adulti. Impegni pastorali, anche di elevata responsabilità, rendono loro impossibile continuare in questo servizio all’associazione per cui essi hanno, già da qualche tempo, chiesto al Vescovo di essere sollevati dall’incarico. A loro, insieme a tutti voi, va il mio più sentito ringraziamento per il loro servizio. Di contro do il mio benvenuto ufficiale ai nuovi assistenti che Sua Eccellenza ha voluto mettere disposizione dell’associazione: Don Francesco Giannola, per il settore giovani e Don Giuseppe Ruggirello, per il settore adulti. Le circostanze non mi permettono di presentarli personalmente, ma sono sicuro che avrete modo, anche in questa giornata stessa, di conoscerli e di apprezzarne le qualità. A loro auguro un servizio fecondo alla Chiesa nell’associazione, servizio che assicuro si manifesterà immediatamente entusiasmante perché è cura di tutta la diocesi (attraverso le varie associazioni parrocchiali) e non soltanto di una parte di essa.

Vi confesso che molte altre cose il mio cuore vorrebbe confidarvi anche delle esperienze fatte qui in terra santa, ma mi è impossibile trasmetterle per lettera. Vorrei tanto essere tra voi, anche fisicamente, ma mi accontento della “comunione dei santi”, quella che c’è già sulla terra tra i battezzati.

Dalla Terra del Signore invoco per tutti voi Benedizioni da Dio.

In Domino, d. Pietro Macaluso.

 

Gerusalemme, 18.09.2010

 

 

progetto: SoMigrafica 2009