Vincenzo Noto |
Lumia ci ripenserà?
Domenica scorsa ero al San Paolo Hotel di Palermo e non ho condiviso o, più sinceramente, non ho compreso il significato politico dell’abbandono della riunione dell’Assemblea del PD per l’elezione del Segretario Regionale, da parte di Lumia e dei suoi. Si sono svolte le primarie del 25 ottobre con la non prevista partecipazione di 190mila siciliani, si è eletta un’Assemblea di 180 delegati in modo democraticamente corretto a seguito di un ampio dibattito svolto in varie sedi ed occasioni per confrontare le mozioni e le proposte politiche dei candidati alla Segreteria nazionale e regionale; per quanto riguarda il livello regionale l’esito delle primarie ha messo nell’ordine Lupo, Lumia e Mattarella sicchè domenica scorsa si doveva dar luogo a un ballottaggio fra i primi due in un’Assemblea, che funzionava da seggio elettorale. Il mancato accordo sull’ordine dei lavori, su chi doveva parlare prima o dopo o non doveva parlare può costituire la ragione politica per abbandonare l’aula protestando? Sarà il deprecabile vezzo di confrontare il presente con il passato, ma non riesco ad attribuire immaginariamente ad alcun vero leader la responsabilità di un gesto così grave e così lesivo dell’unità di un grande partito. Voglio dire che, pur a condividere il rammarico di Lumia di non vedere prevalere la sua proposta, non c’è una reale corrispondenza ponderale con la scelta di reazione adottata. Dopo tutto, che Lupo e Mattarella avevano concluso un accordo collaborativo era un dato conosciuto perchè annunciato con dichiarazione congiunta ed è inimmaginabile che i delegati, eletti in quanto afferenti a questa o a quella mozione dei vari candidati, potessero modificare – in massa – il loro orientamento in relazione alle possibilità di collocazione privilegiata dei loro beniamini in un dibattito precedente la votazione. Lumia è persona intelligente e disponibile al dialogo e sicuramente potrà e saprà essere ben consigliato. Penso che il PD siciliano ha bisogno del contributo di Beppe Lumia e della sua componente per essere un partito veramente plurale, che non tralascia di valorizzare le esperienze positive e valide come quelle – appunto – di Lumia, che deve sentirsi – come d’altronde è – socio fondatore del PD al di là del significato puramente formale del termine. Lo scadimento della politica va combattuto senza alterigie e con un lavoro faticoso di mediazione “alta” e ben indirizzata verso propositi condivisi. E allora: che ne facciamo del governo Lombardo? Lo contrastiamo consapevoli di essere l’alternativa o lo sosteniamo, anche se non apertamente, se ha bisogno di aiuto? Il PD per essere forte deve essere unito e l’unità non sempre è unanimità come non è predeterminata esclusione di alcuno. La gente è interessata a vedere la proposta politica e programmatica del PD.
Rino La Placa
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