Vincenzo Noto

 

 

Mons. Salvatore Di Cristina

Arcivescovo-Abate di Monreale

Abate di Santa Maria del Bosco

  

Il messaggio per la Quaresima di Sua Santità Benedetto XVI trae quest’anno ispirazione da un’affermazione di san Paolo nella lettera Romani, secondo cui “la giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo”.

Sappiamo bene che l’idea di giustizia qui espressa (come del resto anche quella contraria di “ingiustizia”) non ha molto a che fare con ciò che noi correntemente intendiamo per “giustizia”. Quando diciamo che giustizia è “dare a ciascuno il suo”, abbiamo bisogno che venga chiaramente indicato che cosa sia  questo “suo” da assicurare a ciascuno, che non può essere certo affidato all’arbitrio dei singoli e neppure a quello delle leggi umane. Oggi più che mai resta infatti il pericolo che da questo “suo” venga estromesso il bisogno di Dio, non meno urgente (anzi più urgente, dice il Papa) di quello del pane.

Ma anche l’idea di ingiustizia – osserva ancora il Santo Padre – è soggetta alla tentazione di individuare l’origine del male in una causa che rimane tutto sommato al di fuori di noi.  «L’ingiustizia, frutto del male – sono ancora le parole del Papa – non ha invece radici esclusivamente esterne; ha origine nel cuore umano, dove si trovano i germi di una misteriosa connivenza  col male». Per questo il Papa conclude chieden­dosi: «Come può l’uomo liberarsi da questa spinta egoistica ed aprirsi all’amore?». Proprio l’amore infatti è la condizione più feconda della giustizia.

Ed è qui che fa il suo ingresso la “giustizia di Dio”, di cui parlava l’Apostolo, la quale è dono indicibile del suo amore con il quale ci ha amati per primo. Per l’uomo dunque si tratta di «uscire da quell’illusione di autosufficienza – lo diciamo con le parole del Papa –, da quello stato profondo di chiusura, che è l’origine stessa dell’ingiustizia. Gli occorre, in altre parole, un “esodo” più profondo di quello che Dio ha operato con Mosè, una liberazione del cuore». Solo così l’uomo potrà imparare ad accogliere la giustizia di Dio, quella stessa che, come il Santo Padre insegna nell’ultimo passaggio del suo Messaggio, ci è offerta con la persona di Cristo. È nella fede in lui – dice ancora l’Apostolo – che tutti noi siamo “giustificati, gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue”.

La conversione cristiana sta proprio in questa accoglienza della superiore giustizia di Dio. E il sacramento della Riconciliazione o Penitenza è ciò che dà ad essa la sua piena attuazione nella fede. Sotto altro aspetto, si realizza con essa il vero punto di convergenza tra l’aspirazione alla giustizia insita nell’uomo e la giustizia di Dio ritrovata in Cristo, tra la condizione dell’uomo che, scopertosi personalmente peccatore e dunque lontano dalla giustizia di Dio, intraprende un sincero e fruttuoso cammino di penitenza, e il dono della sua misericordia.

Cari fratelli e sorelle, in questa Quaresima che ci trova impegnati sia nel rinnovamento della nostra pastorale dei sacramenti sia nella meditazione sul grande dono del sacerdozio cattolico, vorrei tanto che, alla luce di questi insegnamenti della Parola di Dio e del Magistero della Chiesa, nascesse in tutti il desiderio di un approfon­dimento più grande del sacramento della Riconciliazione e di un rinnovato rapporto con esso. Il mio pensiero va per ciò anzitutto ai miei confratelli sacerdoti ai quali voglio indicare, come espressione alta del loro stesso essere, come tali, ministri della misericor­dia, non solo l’impegno a svolgere con gioiosa dedizione il loro ministero sacramentale (e a giovarsene per se stessi con atteggiamento cristiano di conversione), ma anche quello, non meno nobile ed oggi molto urgente, per una catechesi che questo sacramento possa evangelizzare per ciò che esso veramente è agli occhi di Dio e nella coscienza della Chiesa. Ma naturalmente anche coloro che nella Chiesa non hanno ruoli e responsabilità sacerdotali vorrei che sentissero maggiormente il dovere di accostarsi al sacramento della Penitenza, almeno a partire da questa Quaresima, con la consapevo­lezza e i requisiti di fede e di rispetto, che sono indispensabili perché ne traggano i frutti voluti da Dio.

 

            Monreale, 17 febbraio 2010

            Mercoledì delle Ceneri

                                           X Salvatore Di Cristina

 

 

progetto: SoMigrafica 2009