Vincenzo Noto

 

 

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Messaggio

per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

(17 gennaio 2010)

 

                La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato ci offre anche quest’anno l’opportunità di riservare un’attenzione rinnovata al tema delle migrazioni, senza l’assillo di considerazioni che possono distrarre dal cuore stesso di questa esperienza che è, non dimentichiamolo, la persona con tutto il carico di problemi, sofferenze e speranze che porta con sé.

                Non è bello osservare che, talora, la sola parola immigrato o immigrazione suscita reazioni di fastidio o di insofferenza, come se si trattasse di soggetti o di fenomeni che fanno di tutto per interferire nella nostra vita e nelle nostre abitudini. Come cristiani non possiamo accettare una simile logica, perché il comandamento dell’amore, che il Signore Gesù ci ha consegnato come nostro tratto identificativo, non può fare alcuna discriminazione, anzi deve rivolgere verso gli ultimi (e gli immigrati sono certamente tra questi) le sue risorse migliori di cuore e di impegno.

                Il tema della Giornata - Il minore migrante e rifugiato, una speranza per il futuro - e le riflessioni contenute nel messaggio del Santo Padre ci invitano a guardare, all’interno del vasto orizzonte delle migrazioni, ai minori, cioè a coloro che pagano certamente il prezzo più alto della loro condizione, anche in termini di vite perdute. Essi, infatti, sono “bisognosi di un ambiente sociale che consenta e favorisca il loro sviluppo fisico, culturale, spirituale e morale. Vivere in un paese straniero senza effettivi punti di riferimento crea ad essi, specialmente a quelli privi dell’appoggio della famiglia, innumerevoli e talora gravi disagi e difficoltà” (dal Messaggio di Benedetto XVI).

                Alle comunità parrocchiali e alle istituzioni ecclesiali della Diocesi, proprio a motivo della loro capillare presenza nel territorio e della conoscenza diretta delle situazioni, chiedo di essere sentinelle vigili e solerti sulle attese e sui bisogni delle famiglie immigrate e di offrire solidarietà sollecita con iniziative appropriate affinché fanciulli, ragazzi e adolescenti sentano attorno a sé un clima di accoglienza e di fraternità e trovino condizioni idonee per la loro crescita e maturazione umana, sociale e spirituale. Così facendo, potremo manifestare della nostra Chiesa un volto materno, amico dell’uomo, che vede in ciascuna creatura i lineamenti del Signore Gesù.

                In questa opera di promozione umana si abbia anche cura di cercare e offrire collaborazione alle organizzazioni umanitarie e di volontariato che operano nel settore e di sensibilizzare, altresì, le amministrazioni locali perché assumano decisioni e provvedimenti di loro competenza.

                Se i bambini sono l’icona del Regno (cfr Mt 18,2-4), chinarsi su di loro significa accogliere il Regno (cfr Lc 10,14-15) e la sua beatitudine.

 

Mazara del Vallo,6 gennaio 2010

Epifania del Signore

                                 X Domenico Mogavero

                                                                                        Vescovo

 

 

progetto: SoMigrafica 2009