Vincenzo Noto

 

 

PINO PUGLISI La sua lucidità 

Il prossimo 15 settembre ricorre il XVI anniversario dell’uccisione del servo di Dio, padre Pino Puglisi. La comunità di Brancaccio a Palermo, in particolar modo, ricorderà il suo parroco ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993.

Padre Puglisi – ci preme sottolinearlo – è stato un grande educatore. Diceva: “Dobbiamo riuscire a far capire ai bambini perché esistono, per che cosa vivono, ma senza fare discorsi filosofici. Il bambino di quelle famiglie capirà i gesti che si faranno: il gioco, la convivenza, intesi come modelli di comportamento. Nel gioco, si deve far loro vedere che ci sono delle regole da seguire, che non è giusto barare: nell’ambiente mafioso chi bara ha più consenso, perché esprime doti particolari, come la furbizia. Diventa una controproposta anche per loro, uno stile di vita. Per loro lo scopo della vita è guadagnare. A qualsiasi costo. Un volontario e una suora che vanno lì, nelle loro case, con senso di solidarietà, di gratuità, di amore cristiano, rappresentano una controproposta che potrà avere un’efficacia in seguito”.

Padre Puglisi con estrema lucidità ricorda a ciascuno quanto sia necessaria l’opera educativa a tutti livelli, a cominciare dai più piccoli. Quando ci lamentiamo di certi fatti di cronaca nera (violenze, perversioni sessuali, omicidi, estorsioni e intimidazioni mafiose) ci dovremmo fermare seriamente a riflettere. Ci rammenta il proverbio che “è inutile piangere sul latte versato”, ma di contro dobbiamo chiederci cosa facciamo perché il male e l’indifferenza non prevalgano nella nostra società. Il sacerdote palermitano, animato dallo Spirito di Cristo, ci ha insegnato ad utilizzare la pedagogia dei gesti di vicinanza gratuita e di rispetto della dignità di ogni persona.

Anche oggi è necessaria un’azione determinata – e non solo “proclamata” a parole – nel proporre comportamenti e regole di vita che prospettino una convinzione fondamentale: non si vive solo per guadagnare e per dominare gli altri.

Educarci reciprocamente alla vita come il dono più grande e unico da custodire. Educarci alla corresponsabilità e al prenderci cura gli uni degli altri è uno degli insegnamenti che ci ha lasciato questo generoso “cristiano siciliano” nella sua testimonianza evangelica.

Applichiamoci concretamente anche noi, ognuno nel proprio contesto sociale, a far maturare soprattutto nelle nuove generazioni il desiderio di un’esistenza bella, buona e sempre aperta al vivere insieme costruttivamente. Impegniamoci a sostenere chi già lavora per far scoprire che siamo “persone” capaci di donare tenerezza e non “involucri di carne e muscoli” ordinati a scomparire nel nulla.

La violenza cieca e disumana della mafia ha determinato la morte prematura e cruenta di Padre Pino, ma non potrà mai fermare tutti coloro che lottano, ispirandosi al suo esempio di umile animatore della fede, contro il male della sopraffazione e dell’egoismo cinico (in ogni sua forma), convinti che si sconfiggono l’ingiustizia e il disfattismo solo con il bene coltivato e praticato ogni giorno.

Francesco Fiorino

 

 

progetto: SoMigrafica 2009