Vincenzo Noto

 

      

Lettera aperta al Presidente della Repubblica Napolitano in visita in Sicilia

“Salviamo Termini Imerese”

  

Illustre Presidente,

 

benvenuto in Sicilia, anche se i motivi della Sua presenza sono legati ai fatti più tragici e vergognosi della storia più recente dell' Isola. Giovanni Falcone, Paolo Borsellino ed i tanti altri magistrati e  servitori dello Stato uccisi dalla mafia provenivano da storie umane e professionali diverse, ma tutti professavano uno stesso amore per la Sicilia e la  voglia di farla crescere pulita.


Il quadro congiunturale in cui quest' anno si ricordano, alla Sua presenza, gli eroi vittime delle stragi del 1992 suggerisce , forse, Signor Presidente, una citazione che non ha contenuti retorici. Consegnando al giudice del dibattimento gli atti del maxi processo istruito dal pool di Palermo diretto da Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone sottolineo come il compito del giudice fosse quello di "estirpare la gramigna", mentre apparteneva alla politica, al Governo, alle forzi sociali costruire "sviluppo economico , occasioni d lavoro pulito".


Oggi,  signor Presidente, si profila piuttosto, tanto in Sicilia quanto in Campania - nelle regioni a più alto tasso mafioso- una prospettiva che ve in senso esattamente contrario. I lavoratori della Fiat di Termini Imerese, quelli di Nola e di Pomigliano d' Arco, non hanno certezza di futuro. I loro stabilimenti potrebbero essere cancellati in nome del superiore interesse dell' internazionalizzazione
della Casa di Torino. Se Fiat conquisterà la parte europea di GM appare molto concreta la prospettiva di tagliare 18 mila posti di lavoro così tornando ai profitti. Ed in questa ristrutturazione il marchio Lancia potrebbe, rivela la stampa finanziaria tedesca, potrebbe essere "cancellato" per
favorire il consolidamento di Opel.


Accade tuttavia che il modello di punta di Lancia esca dalle linee di Termini Imerese. E' allora più che fondato il timore dei 1400 operai palermitani di essere sacrificati a beneficio di una strategia che intende trasformare la Fiat da un piccolo protagonista nell'industria globale dell'auto
ad un titano, e cioè il terzo produttore mondiale di automobili, di Fiat "da un piccolo protagonista
nell'industria globale dell'auto ad un titano che punta a diventare il terzo produttore di automobili nel mondo dopo Toyota e Volkswagen. dopo Toyota e Volkswagen.


Ciò posto bisogna anche aggiungere che la strategia Fiat appare giusta, perché aggregando forze su scala mondiale è in grado di contrastare la crisi da una posizione di "player" globale. Occorrerebbe tuttavia che chi , come Lei, signor Presidente, dispone del potere della moral suasion ponga sotto gli occhi dei signori di Torino un semplice foglio di carta, dal contenuto arido: date ed ammontare ci
contributi pubblici "a sostegno dell' occupazione del Sud",  incassati da Fiat nell' arco di 50 anni. Anni che sono stati di vacche magre e grasse, senza che i bilanci di questi ultimi abbiano riconosciuto qualcosa agli operai siciliani o campani. Forse signor Presidente,  bisogna convenire con Francesco Boccia, della Commissione Bilancio della Camera che per Fiat " è questo il momento storico per la Fiat di restituire al paese una piccola parte della montagna di
miliardi ricevuti dai contribuenti italiani e quindi se c'è un sacrificio da farsi dev'essere fatto dai soci di maggioranza del gruppo che tramite Exor  siedono su una montagna di un miliardo di euro mentre le migliaia di operai di Pomigliano e Termini non dormono per l'incubo di dovere
perdere lo stipendio e il loro diritto alla dignità del lavoro". Una logica diversa implicherebbe la convinzione che lotta a mafia e sottosviluppo sono cose belle nobili e necessarie, sempre che se ne facciano carico "altri".

 

 

progetto: SoMigrafica 2009