Vincenzo Noto

 

 

CASO LOMBARDO

IL SILENZIO DI BERLUSCONI

 

Silvio Berlusconi, nonostante il fatto che molti politici siciliani del Pdl lo tirino da tutti i lati, continua a tacere sul caso Lombardo, sull’indefinibile governo a cui ha dato vita, sulla spaccatura della Casa della Libertà,  e il contestato appoggio del partito democratico ad una giunta che sono in pochi a ritenere di  lunga vita.

Lombardo ha agito con troppa sicurezza dal versante Pdl non solo perché Gianfranco Miccichè lo incoraggiava e progressivamente si intestava la titolarità dell’operazione milazziana, ma, soprattutto, perché non è stato mai chiamato ad Arcore o da Arcore per telefono, e certamente non perché Silvio Berlusconi avesse particolari problemi di salute dopo la sconcertante aggressione di Milano.

Tutto lascia pensare, ed ormai è l’opinione condivisa dai big del partito della Libertà in Sicilia, presidente dell’assemblea regionale siciliana Cascio in prima fila, che Silvio Berlusconi da un particolare significato al suo silenzio. Possiamo parlare di un silenzio-assenso? Dopo tanto tempo certamente sì. Ma perché questo assenso informale ad un governo che non ha né capo né coda? Berlusconi, è opinione molto diffusa, tace perché condivide il progetto di Micciché- Lombardo, la spaccatura del Pdl tra lealisti e (checosa?), mandando a farsi benedire i due grandi statisti siciliani Nania e Castiglione sulle cui abilità politiche nel Pdl si nutrono molte riserve. Se così non fosse con i metodi sbrigativi da grande industriale Berlusconi a quest’ora avrebbe provocato il terremoto.

Dinnanzi al silenzio di Berlusconi meraviglia non poco, invece, il silenzio dei berlusconiani che continuano a professarsi tali, sicuri forse che il popolo siciliano, incapace di grande libertà nel momento in cui esprime il consenso, prima o poi continuerà a votare per l’imprenditore di Arcore o per coloro che sempre lui, con grande generosità, vorrà indicare all’elettorato siciliano. Parlare significherebbe decidersi a lasciare il partito o mettersi nelle condizioni di farsi buttare fuori e non trovare più un posto in una qualsiasi lista elettorale. Tanto grande è il rispetto per le regole democratiche all’interno del Pdl gestito come cosa di famiglia!

Al silenzio di Berlusconi il dirigenti siciliani rispondono con altrettanto silenzio, pieno di significato come il primo. Solo che quello del presidente del Consiglio significa che dei  dirigenti siciliani ne fa quello che gli pare e piace, e il silenzio della classe politica siciliana pdellina è un sonoro messaggio di subordinazione a chi gli concede la grazia di tenerla in vita politica.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

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