Vincenzo Noto

 

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Arcidiocesi di Monreale

 “Beata Pina Suriano”

 

                            

                                                                                 

Carissimi  aderenti e rev.di Assistenti di Azione Cattolica,

 

all’inizio dell’anno assembleare, ancora prima di dare l’avvio al processo di rinnovamento degli organi di partecipazione dell’associazione, desideriamo richiamare l’attenzione di tutti voi su alcuni capisaldi della nostra storia di AC. Non è amore per qualcosa del passato, ma certezza che quest’ultimo può ancora insegnare molto per le sfide che ci attendono come comunità ecclesiale che vive l’oggi della storia e vi progetta la sua presenza per il futuro.

La nostra lunga storia ha avuto origine da un carisma, e cioè da un particolare dono dello Spirito del Risorto, il quale non fa mai mancare alla sua Chiesa i talenti e le risorse di grazia di cui i fedeli hanno bisogno per servire la causa del Vangelo. Per questo il Santo Padre Giovanni Paolo II così si esprimeva durante l’XI Assemblea Nazionale nel 2002:

La Chiesa non può fare a meno dell’Azione Cattolica”

 e le ragioni di ciò risiedono nel fatto che essa, l’ACI, ha scelto il servizio alla Chiesa particolare e alla sua missione come orientamento del proprio impegno apostolico; perché ha fatto della parrocchia il luogo in cui giorno per giorno esprimerli con una dedizione fedele e appassionata. Siamo, dunque, chiamati a mettere tutte le nostre energie a servizio della comunione, in stretta unità con il Vescovo, collaborando con lui e con il Presbiterio nel “ministero della sintesi”, per intrecciare trame sempre più fitte di quella comunione cordiale, che è intensamente umana proprio perché autenticamente cristiana.

Tutto questo non è uno slogan affascinante, ma il metro con cui misurare l’efficacia del nostro essere AC nella Chiesa diocesana, l’unico modo per il quale ancora oggi dovrebbe potersi dire: la Chiesa monrealese non può fare a meno di voi! Come risulta evidente, però, la nostra “utilità” dipende solo dalla responsabilità di risposta che ognuno di noi, e tutti insieme, diamo alla nostra specifica vocazione nelle odierne necessità della Chiesa.

Per quanto detto, allora, non possiamo non tenere conto dei cambiamenti che stanno interessando la nostra Arcidiocesi nella sua organizzazione pastorale. In ciò è necessario che l’Associazione avverta più forte il bisogno di vivere e testimoniare il Vangelo proprio nei luoghi in cui la grazia della novità si manifesta, intessendo un dialogo proficuo con il territorio e con le persone che vi risiedono o vi trascorrono una parte significativa del loro tempo, riservando particolare attenzione a quanti vivono nel disagio materiale e spirituale e sono in attesa di una parola che li accompagni nella loro ricerca di Dio. Il legame tra la parrocchia e l’Azione Cattolica è stato da sempre molto stretto. Nelle comunità parrocchiali l’Azione Cattolica ha anticipato in modo capillare e con intuito profetico l’aggiornamento pastorale del Concilio e ne ha accompagnato nel corso degli anni il cammino di attuazione. Ha portato nella parrocchia la sensibilità e le istanze di quanti risentono, nella fatica del vivere di ogni giorno, i riflessi di quel cambiamento che tocca in vario modo ogni persona, prima ancora che le comunità, e interessa gli ambienti di vita prima che l’organizzazione della pastorale. Molto resta ancora da compiere se non altro perché lo scorrere della storia abbisogna sia in campo ecclesiale che civile della voce della profezia della quotidianità. L’Azione Cattolica, di conseguenza, non potrà far mancare all’indifferibile opera di rinnovamento delle parrocchie l’apporto di una giornaliera testimonianza di comunione; sarà pronta a prestare il proprio servizio nella formazione di laici maturi nella fede, portando in ogni ambiente l’ardore apostolico della missione. Una spiritualità di comunione, vissuta con il Vescovo e con la Chiesa locale: ecco il contributo che l’Azione Cattolica diocesana può dare alla comunità cristiana. A questo proposito sembra opportuno richiamare la Lettera apostolica Novo millennio ineunte: “Prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell’altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità. Spiritualità della comunione significa innanzitutto sguardo del cuore portato sul mistero della Trinità che abita in noi e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli che ci stanno accanto” (n. 43).

Siamo dunque al nocciolo della questione: accingerci a rinnovare l’associazione nei suoi organi democratici di partecipazione deve significare, e non può essere altrimenti, non una sua risistemazione burocratica, ma una sorta di rinnovata dichiarazione d’intenti per contribuire a rinnovare la parrocchia e la Chiesa Locale nella direzione che lo Spirito indica nel cammino di discernimento comunitario, strada che ha nel Vescovo l’istanza dell’unità. Questa è la sfida che ci attende!

Sarà, poi, particolare cura degli Assistenti – diocesani e parrocchiali – accompagnare l’Associazione nel cammino di rinnovamento lucidamente prospettato e coraggiosamente intrapreso dalla Chiesa diocesana (S.E. Mons. Salvatore Di Cristina, Lettera alla Comunità diocesana, 6.8.2010), sostenendola con il loro ministero presbiterale, perché il “coraggio del futuro” e la “fantasia della santità”, che lo Spirito del Signore non farà certamente mancare ai responsabili e agli aderenti, la rendano sempre più fedele al proprio mandato missionario.

Al servizio di questo impegno formativo e missionario gli assistenti sono chiamati a mettere le proprie migliori energie: la sapienza del discernimento spirituale, la santità della vita, le varie competenze teologiche e pastorali, la familiarità di relazioni semplici e autentiche. Capaci di incoraggiare, di suscitare il desiderio di un’esistenza evangelica, di sostenere nelle difficoltà della vita i ragazzi, i giovani, gli adulti, le famiglie e gli anziani, gli Assistenti avranno a cuore l’educazione di personalità cristiane forti e libere, sapienti e umili, in grado di promuovere una cultura della vita, della giustizia e del bene comune, in una sola battuta, orientate dal Vangelo.

Solo così, con la compartecipazione di tutti (laici e assistenti), l’indispensabile rinnovamento strutturale e organizzativo sarà il risultato di una singolare “avventura dello Spirito”, che comporta la conversione interiore e radicale delle persone e della associazione ai vari livelli: parrocchiale e diocesano. Ciò sarà certamente possibile se l’Azione Cattolica continuerà a mantenersi fedele alle proprie profonde radici di fede e di storia, con cui abbiamo voluto iniziare questa lettera, nutrite da un’adesione piena alla Parola di Dio, da un amore incondizionato alla Chiesa, da una partecipazione vigile alla vita civile e da un costante impegno formativo.

Ci auguriamo che la nostra riflessione possa ulteriormente arricchirsi durante gli incontri dei percorsi assembleari parrocchiali in vista dei quali la presente lettera abbiamo voluto inviarvi perché possa essere diffusamente condivisa. In attesa di incontrarvi tutti, desideriamo porgervi i nostri più fraterni saluti, invocando insieme a voi suppliche al Signore della storia perché continui a vivificare con il suo Spirito la nostra Chiesa diocesana e susciti nei nostri cuori un sempre più ardente amore per essa.

 

Monreale, 22.10.2010

 

                                                        Il Collegio degli Assistenti                                      La Presidenza diocesana

 

 
 

progetto: SoMigrafica 2009