Vincenzo Noto |
OMELIE, CONOSCERE A CHI SI PARLA
Avendo letto nel quotidiano più diffuso nella nostra regione un fatto di cronaca al quale ero molto interessato, ho fatto 28 telefonate a parroci della diocesi di Monreale e di Palermo per conoscere se e come intendevano reagire all’avvenimento. Tutti e 28, compresi due uomini di cultura laici ai quali ho telefonato successivamente, non sapevano nulla dell’episodio e tutti mi hanno dato la stessa spiegazione: non ho letto il giornale oggi. Alla mia facile osservazione che da circa tre giorni il giornale parlava dell’avvenimento, mi è stato risposto da tutti: ma è da parecchi giorni che sono impegnato e non ho avuto tempo di leggere il giornale. La mia sensazione non epidermica è che sono proprio molti coloro che pur avendo notevoli responsabilità nella gestione della vita comunitaria, o a livello ecclesiale o ad altri livelli, non sono informati sulla cronaca che interessa particolarmente la gente alla quale prestano il loro servizio. Ma a questo punto c’è da chiedersi se quanti la domenica o in altre circostanze fanno omelie in chiesa sanno chi sono le persone che si trovano di fronte, da quali problemi sono afflitti, da quali avvenimenti traggono le ragioni del loro vivere quotidiano. E’giusto conoscere le sacre scritture e preparare le omelie approfondendo con grande cura (magari lo si facesse sempre!) le letture previste dal calendario liturgico, ma è altrettanto doveroso conoscere le persone alle quali ci si rivolge. Non sarà che una delle ragioni per cui molta gente si annoia alle omelie e le segue sbadigliando soltanto perché non ne può fare a meno sta proprio nello scollamento tra gli interessi di chi predica e quelli di chi è seduto pazientemente tra i banchi? Tutti sanno che le inchieste condotte sulle omelie dei sacerdoti incontrano molti giudizi negativi, spesso impietosi, o anche troppo generici. Ma non sarà che chi fa le omelie non si pone troppi problemi su chi verrà ad ascoltarlo e che cosa in quel momento sta pensando? Fare una omelia oggi non è per nulla facile. Non si può parlare allo stesso modo a tutte le categorie di persone, a tutti gli orari e in qualsiasi parte del territorio nazionale. Ogni omelia deve essere incarnata certamente nella Parola di Dio ma altrettanto certamente nella vita di ogni uomo. E i giornali ci offrono uno spaccato impietoso della vita di quanti seduti tra i banchi ci stanno ad ascoltare. Vincenzo Noto
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progetto: SoMigrafica 2009