Vincenzo Noto

 

 

MEZZOGIORNO ADDIO

 

l’Italia è giunta a una fase cruciale della propria storia politica. Il lento esaurirsi del berlusconismo, che aveva tenuto assieme i ceti moderati frenando i pruriti secessionistici della Lega, determinerà secondo me scenari in atto imprevedibili. Il problema centrale è: chi si preoccuperà più del Mezzogiorno?  Nel’ultimo ventennio questa questione secolare del nostro paese è stata di fatto accantonata, ma oggi si ripropone in maniera drammatica. Nella cosiddetta prima repubblica c’erano almeno due partiti (guarda caso i due maggiori) che affrontavano la questione: la D.C. e il P.C.I. Anche se ovviamente non l’hanno risolta, non potevano comunque prescinderne.  Con la seconda repubblica, venuto meno il cemento ideologico, il Mezzogiorno scompare dall’agenda politica. Venne fuori il nordismo leghista, cioè un sistema di governo che guarda esclusivamente al territorio. Oggi per reazione sta nascendo un leghismo sudista, che però non aggrega ma fa proliferare formazioni legate agli interessi territoriali perennemente in conflitto e divaricate negli obiettivi di fondo. C’è Forza del Sud di Miccichè che ha operato una rottura con le politiche antimeridionaliste del governo, ma che poi di fatto è integrata nel PDL. E c’è l’ MPA di Lombardo che tenta di federare le molteplici forze autonomiste senza avere respiro politico e la necessaria credibilità. I cattolici? Andranno a impinguare l’alternativa centrista al berlusconismo agonizzante? Ma esiste poi veramente questo tanto strombazzato terzo polo, visto che nelle ultime amministrative si è attestato attorno a un misero dieci per cento? Insomma, molta confusione sotto il cielo, ma di sviluppo armonico dell’Italia neanche l’ombra.

 

Pippo La Barba

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009