Vincenzo Noto

 

 

AFFRONTARE DA CRISTIANI UNA CRISI IMPREVIDIBILE

 

 

Non c’è bisogno di ascoltare pareri di grandi sociologi o di economisti che non mancano mai nei noiosi dibattiti che tutte le televisioni pubbliche e private quotidianamente ci ammanniscono per cogliere le dimensioni molto gravi della crisi che da un po’ di tempo attanaglia il nostro paese come i paesi  europei.

La manovra di Monti sembra fatta a favore dei ricchi e non delle classi più povere che continueranno a soffrire soprattutto per la mancanza di lavoro ai più giovani. I ricchi non li toccava il governo Berlusconi e fino a questo momento non li ha toccati nemmeno Monti se non per far loro qualche piccolo solletico appena percepibile.

Il periodo natalizio ci fa percepire ancora più tragicamente la riduzione della capacità di spesa della famiglia media italiana che stringe sempre più la cinghia risparmiando su tutto. Ed ancora deve arrivare la nuova Ici aumentata e non di poco anche se cambia nome. I posti di lavoro non aumentano, anzi diminuiscono a vista d’occhio, e le giovani generazioni sembrano aver perso la speranza di trovare un lavoro con tutto ciò che questo significa per la nascita di nuove famiglie. In ogni caso bisogna essere onesti con tutti chiamando le cose con il loro nome e non creando illusioni su possibili uscite dalla crisi in tempi brevi.

E’ chiaro che un cristiano può dare a questa austerità un senso anche spirituale ma ci sono limiti al di là dei quali non si può andare anche per evitare soluzioni che potrebbero coinvolgere menti non molto sane e capaci di resistere a tentazioni di muoia Sansone con tutti i filistei.

Purtroppo in questi momenti di grande fragilità sociale manca una adeguata parola della Chiesa italiana che sembra sempre più timorosa di denunciare la complessità di una situazione sociale che qualche responsabile ce lo ha pure. In un quadro in cui il mondo della politica fa discorsi fumosi e non credibili la Chiesa avrebbe la possibilità di dare delle indicazioni di grande respiro aiutando la comunità nazionale a capire la recessione alla quale per la prima volta stiamo andando incontro perché non solo non ci sarà crescita nazionale ma ci sarà una riduzione della ricchezza. Ovviamente i ricchi saranno sempre ricchi o più ricchi ancora e i poveri vedranno crescere il numero delle famiglie che non arrivano alla fine del mese. Siamo in una situazione di emergenza e dal momento che siamo tutti insoddisfatti dobbiamo fare in modo di dare uno sbocco positivo alla triste realtà alla quale stiamo andando velocemente incontro. Ciò significa che chi ha deve cominciare a pensare di condividere in forme e modi tutti da studiare con chi non ha e vive in forme nuove di povertà.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009