Vincenzo Noto

 

 

Contro la mafia e l'illegalità

 

“La lotta all’illegalità include la lotta alla mafia”. Lo ha detto mons. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo e presidente della CESI intervenendo domenica 15 novembre scorso al 9° Congresso regionale dell’AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici) siciliana.

L’Arcivescovo ha parlato a lungo ai maestri cattolici di Sicilia riuniti a Congresso e, nell’ambito di un discorso di elevato ed apprezzato taglio pastorale, ha toccato in modo chiaro e non reticente i più gravi problemi della comunità regionale quali il lavoro, la mafia e l’illegalità, la marginalità e il sottosviluppo richiamando e sollecitando il necessario protagonismo di ciascun siciliano e la responsabilità particolare propria della famiglia e della scuola.

Mons. Romeo ha riferito che volutamente nel primo periodo della sua presenza a Palermo non ha parlato di mafia, ma sempre e solo di “illegalità”; la ragione stava nel non volere che ad avvertire la condanna e il contrasto della chiesa fossero solo “i mafiosi” e cioè coloro che fanno parte della deprecata organizzazione delinquenziale, di quella orribile “struttura di peccato”, giacchè sono da riprovare tutti gli atti di illegalità commessi da chiunque, anche da persone considerate “perbene” specie se non si considerano i bisogni primordiali delle persone e i diritti fondamentali dell’uomo.

L’illegalità è il terreno vitale della mafia e della sua cultura di violenza e di morte; combattere la mafia è doveroso e necessario, ma non basta perchè la lotta deve essere contro ogni forma di illegalità e di sopruso.

L’Arcivescovo ha, poi, espresso viva preoccupazione per il lavoro che manca ed ha accennato ai rischi che si potrebbero correre se nel prossimo futuro dovessero esserci nuovi disoccupati a causa della chiusura della Sicilfiat di Termini Imerese e della mancanza di commesse per i Cantieri Navali di Palermo.

L’ultima parte dell’intervento è stato dedicato da mons. Romeo a riferire sull’elaborazione, in corso alla CEI, dell’annunciato documento sul Mezzogiorno, al quale le Chiese siciliane stanno collaborando intensamente e, con l’orgoglio ferito e sofferente di un siciliano di Acireale chiamato a guidare la Diocesi di Palermo, il Presidente della CESI ha alzato la voce nel denunciare la vergogna di un impossibile comparazione fra i tempi di percorrenza in treno Palermo-Catania e Milano-Bologna.

“Non è possibile – ha ammonito il Presule – con i soldi dei siciliani – anche con i miei pochi spiccioli perchè anch’io pago le tasse – accrescere il divario territoriale tra il Nord e il Sud del Paese”.

L’Arcivescovo di Palermo ha concluso facendo riferimento al “servizio” della classe dirigente, che deve essere competente, generoso e responsabile e ha chiesto a tutti i docenti e i professionisti di scuola di portare avanti un impegno qualificato per la crescita civile della Sicilia, consapevoli che le nostra ispirazione comporta un impegno nella scuola e nella società secondo i principi del Vangelo.

 

Rino La Placa

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009