Vincenzo Noto

 

 

Primo presidente della regione siciliana

 

Giuseppe Alessi nasce a San Cataldo, città rinomata per la sua pietà religiosa,  il 29 novembre 1905. La sua infanzia è segnata dalle ristrettezze economiche che, tuttavia, non gli  impediscono, grazie ai sacrifici della famiglia, di impegnarsi negli studi fino al conseguimento della laurea in giurisprudenza. Intraprende la carriera di avvocato, una professione che risponde alla sua personale inclinazione. Il suo fascinoso eloquio, denso di riferimenti alla cultura classica, affascina quanti hanno la fortuna di ascoltarlo e, soprattutto, riesce convincente nelle aule giudiziarie del tempo. La sua fama di principe del Foro travalica ben presto i confini asfittici della provincia per divenire riferimento regionale e, perfino, nazionale.

La professione, tuttavia, non esaurisce tutto il suo impegno pubblico, è soprattutto la politica che lo attrae, una politica vissuta come missione, cioè prolungamento della sua profonda fede religiosa.

Fa le prime esperienze nell’Azione Cattolica per poi avvicinarsi al nuovo soggetto politico, il Partito Popolare fondato da don Luigi Sturzo nel 1919. Di don Sturzo, che considera il suo padre spirituale oltre che politico, subirà il fascino intellettuale a tal punto da seguirne le vicende anche quando, sotto il fascismo, ogni formazione politica viene sciolta ed il dissenso severamente censurato. Nonostante le restrizioni che lo costringono a chiudersi nel privato della professione, Alessi continua a tenere i contatti con gli ex popolari e con quanti, esponenti del cattolicesimo sociale, auspicano la fine della dittatura  la nascita di una vera democrazia.

Nello studio di Alessi, siamo nel dicembre del ’43, viene fondata la Democrazia cristiana siciliana della quale ne diventa uno dei leader incontestati.

Crollato il fascismo, riprende alla luce del sole la sua attività politica. Per la sua competenza viene chiamato a far parte della Consulta regionale destinata a redigere il testo dello Statuto del 1946.

Da quel momento la sua carriera politica è travolgente. Eletto deputato regionale nel ’47, ne diviene il primo presidente. Nel corso di due anni e di due Governi, mette a punto la macchina amministrativa della nuova istituzione e riesce a strappare al centralismo romano tutta una serie di spazi di competenza che da molti, a cominciare da Luigi Einaudi, venivano considerati eversivi e lesivi dell’unità del Paese. Nel ’49, per protestare contro un emendamento approvato in sede di costituzionalizzazione dello Statuto regionale, lascia, polemicamente, la presidenza della Regione, ma prosegue il suo impegno come componente del governo regionale. Nel 1955, in un momento di grave crisi istituzionale, torna alla presidenza della Regione. Il suo impegno regionale termina nel 1963 anno nel quale è eletto, in contrasto con i poteri forti locali e con qualche esponente mafioso, al Senato della Repubblica. Al Senato è presidente della Commissione bicamerale sulle deviazioni dei servizi segreti. Nel ’69, a sessantacinque anni, esempio raro fra i politici, lascia la platea parlamentare per dedicarsi all’attività forense. Naturalmente l’abbandono del Parlamento non significa disimpegno, la sua cultura istituzionale, la passione civile che lo anima e soprattutto la profonda fede religiosa, ne fanno un riferimento costante per tutto il mondo politico siciliano e non solo. Giuseppe Alessi assume sempre più l’immagine del padre nobile, monumento vivente alla correttezza, alla serietà e soprattutto esempio per quanti politici, ieri come oggi, guardano al bene comune come fine ultimo della politica. Per molti anni ancora, raggiunge i 104 anni, con discrezione continua ad elargire consigli non negandosi qualche amara reprimenda nei confronti di stili della politica lontani da quella prospettiva di servizio a cui  aveva informato la sua storia.

Pasquale Hamel    

 

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009