Vincenzo Noto

 

 

TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO

 

Soltanto all’indomani dell’ultima consultazione elettorale che ha visto la destra conquistare alcune regioni sottraendole alla sinistra, ci era stato detto che il governo avrebbe diminuito le tasse, che la ripresa era ormai dietro l’angolo, che l’industria aveva superato difficoltà dovute non a scelte italiane ma internazionali e così dicendo…Contrordine camerati…Le tasse non diminuiranno, i conti pubblici non sono sotto il necessario controllo, occorre ridurre la spesa pubblica (l’unica che nel Meridione da ancora lavoro!), il sistema pensionistico subirà modifiche a danno dei nuovi pensionati, gli stipendi degli statali verranno ritoccati al ribasso e così fantasticando sulla pelle dei milioni di italiani che sono costretti ogni giorno a tirare la cinghia. Si fanno sempre paragoni con l’estero dove gli stipendi sono molto più alti dei nostri e si continua a non dire la verità agli italiani che certamente non possono controllare che cosa accade in Francia o in Germania.

Il governo nazionale si appresta a rendere pubblica una manovra da 25 miliardi che, come sempre, peserà su chi già da abbondantemente. Ridicola la proposta del ministro Calderoli di ridurre del 5 per cento gli stipendi dei parlamentari e degli alti dirigenti della pubblica amministrazione. Immaginate che cosa significa il 5 per cento per chi di euro ne incassa a migliaia ogni mese, mentre dieci euro per un operaio che ne porta a casa un migliaio, quando le cose gli vanno bene ed un lavoro ce lo ha, sono un reale sacrificio. L’ipocrisia non abbandona mai la classe politica e il Signore continua a confondere l’intelligenza di coloro che si credono furbi.

Da tutto il parlare che si fa in questi giorni una sola cosa è certa: che ci attendono sacrifici mentre il consenso elettorale era stato ottenuto proponendo un paese dove tutti avrebbero avuto più del necessario e probabilmente lavorando anche molto di meno. Le bugie hanno le gambe  corte ed è sotto gli occhi di tutti la pesantezza di un sistema economico che non lascia molte speranze per un cambiamento a breve termine. Ci aspetteremmo, di tanto in tanto, una parola di verità dagli organismi ecclesiali che sembrano invece tutti impegnati a gestire il proprio particolare nel timore di perdere chissà che cosa e non si trova una parola ferma in difesa delle classi più deboli.

Nessuno ci accusi di disfattismo. Dobbiamo solo prendere coscienza di come stanno le cose e guardare al futuro nell’ottica della speranza cristiana che non può creare illusioni, ma non può nemmeno abbandonare i fedeli ad un andazzo da spettacolo televisivo per cui quotidianamente ci viene ammannita l’idea che crisi non ce ne è, se c’è noi non abbiamo nessuna responsabilità, che da noi tutto va molto meglio che negli altri paesi…alle favole non ci crede più nessuno.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009