Vincenzo Noto

 

 

BERLUSCONI COME IL SUO MILAN?

 

Grande panico all’interno degli organismi dirigenziali del Pdl, soprattutto a palazzo Grazioli, molto noto alle cronache mondane per fatti che riguardano il suo proprietario. Sono in molti ora a temere che quanto è accaduto al Milan nel posticipo di domenica con il Napoli, possa anche accadere alla Destra italiana. Il Milan aveva una ottima possibilità di sorpassare la rivale Inter, mentre ha faticato a pareggiare con i partenopei per nulla intimoriti dalle prospettive degli avversari. Dai roboanti pronostici dell’inizio della campagna elettorale per il rinnovo delle amministrazioni di gran parte delle regioni – sintetizzati in un nove a tre a favore del partito di Berlusconi – si è passati a più realistiche previsioni di una conquista della Liguria e forse del Piemonte, mantenendo Veneto e Lombardia. Anche se le speranze e forse le stesso possibilità potrebbero essere diverse. Un vero flop per un presidente che pensava di essere il miglior presidente dei governi italiani degli ultimi centocinquanta anni della storia politica del nostro paese. Come un flop sembra essere stata piazza san Giovanni che le telecamere impietose del Tg 3 hanno fatto vedere vuota in non pochi settori. E poi basta registrare la scomposta reazione dei due statisti che lo Zimbawe ci invidia, Gasparri e Cicchitto, nei confronti  della questura di Roma, rea di aver calcolato in 150 mila le presenze alla manifestazione che doveva segnare una svolta nei pronostici del risultato elettorale. E pensare che la questura di Roma ha diffuso con notevole ritardo i risultati lasciando in molti il dubbio che anche quelle 150 mila presenze peccassero per eccesso di zelo filogovernativo visto sempre che si tratta di un organismo dipendente dal ministero degli interni.

A non far dormire sonni tranquilli la destra berlusconiana sono anche i risultati delle regionali francesi che hanno visto una sinistra con un minimo di unità ritrovata battere, senza possibilità di equivoci, una destra allo sbando con gravi ripercussioni sulle scelte di un presidente che comincia a temere le prossime elezioni politiche. Se dalla vicina Francia la reazione si allarga un po’ anche nelle regioni del Nord Italia qualcosa di nuovo potrebbe verificarsi nel panorama politico nostrano.

Il fatto che Berlusconi e le sue televisioni non diffondano sondaggi preelettorali non lo si deve soltanto alle leggi  che lo proibiscono e che possono essere raggirate in mille modi ma, come insinuato da parecchi quotidiani domenica scorsa, tutto lascia pensare che sono deludenti per lo staff berlusconiano. Sono in molti a temere un assenteismo che finisca con il punire il presidente del Consiglio che si vedrebbe costretto a scendere a patti con una opposizione che disprezza. Il non avere accettato un confronto elettorale televisivo  con Bersani la dice lunga sulla paura di Berlusconi che sa parlare benissimo in televisione ma da solo, ed è incapace di reggere il confronto con chi vuole parlare di problemi concrete e non di promesse elettorali.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009