Vincenzo Noto

 

 

PALERMO É SENZA SINDACO.

E NON SOLTANTO DA IERI

 

Le dimissioni di Diego Cammarata da sindaco di Palermo rischiano di passare inosservate per il semplice fatto che, nonostante la sua permanenza sulla poltrona più alta di palazzo delle Aquile per circa dieci anni, la sua presenza nella vita amministrativa e politica della quinta città italiana è stata quanto mai deludente. Lo si è visto ben poco in Consiglio comunale ed anche nei palazzi della amministrazione regionale e provinciale dove si prendono decisioni anche per le amministrazioni comunali.

Possiamo dire, in realtà, che Diego Cammarata è stato un sindaco fuori dal Comune in senso letterale perché ha vissuto al di fuori dei veri problemi della città collocata all’ultimo posto nella speciale classifica redatta dal quotidiano Il Sole 24 Ore proprio lo stesso giorno in cui annunciava le sue dimissioni.

Da Orlando a Cammarata, nonostante quanto detto dal suo sponsor Micciché il giorno in cui è stato eletto sindaco, il passaggio è stato abbastanza frustrante per la comunità palermitana che passava da un sindaco onnipresente e non sempre in maniera positiva, ad uno sempre assente e certamente in modo negativo.

Palermo è stata negli ultimi anni una città emarginata a livello della politica nazionale, con un Consiglio comunale assenteista e litigioso, con strade sporche oltre ogni ritegno, con una disoccupazione sempre più diffusa.

Probabilmente Cammarata pensava di lasciare Palermo per una collocazione politico-amministrativa di più grande prestigio, ma in questo momento sembra non aver portato molto a casa e l’alternativa sembra un adeguato riposo familiare. Non è escluso, comunque, che Berlusconi gli dimostri, almeno lui, un poco di gratitudine grazie alla mediazione dello sponsor Renato Schifani. Ma si tratta di vicende che non riguardano i cittadini di Palermo ma pochi addetti ai lavori sempre pronti a lottare per poltrone più sicure e più remunerative.

Il presidente della Regione Lombardo nei prossimi giorni dovrà nominare un commissario che dovrà amministrare Palermo sino alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale ed è auspicabile che la scelta cada su una persona che non risponde in nessun modo alle segreterie politiche di qualsiasi partito ma sia capace di amministrare un città che pare che non disponga nemmeno dei soldi per pagare gli stipendi degli impiegati nel mese di marzo. E se così fosse dobbiamo aspettarci momenti molto dolorosi per la vita di Palermo.

 

               Vincenzo Noto

 

 

 

 

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