Vincenzo Noto

 

      

Palazzo d’Orleans campo di battaglia

  

Ogni riunione della giunta regionale sembra essere diventata l’occasione per uno scontro in campo aperto tra forzisti (berlusconiani) contro cuffariani e amici di Lombardo contro tutti. Uomini di Miccihè contro seguaci di Schifani, catanesi contro messinesi e tutti insieme contro agrigentini.

A fare l’opposizione al governo Lombardo non sono più il partito Democratico o Italia dei valori, ma i suoi stessi assessori che, non appena uno di loro presenta un piano di sviluppo o la riforma degli Ato o immagina  un minimo di riforma (si pensi  a tutto quello che è successo per la sanità guidata dal magistrato Russo), vede subito arrivare sui tavoli della presidenza dell’Ars, un progetto alternativo non presentato dai soliti comunisti ma da un compagno ( mai parola è stata usata  così male!) della coalizione governativa. E Lombardo passa il tempo a mediare, a tranquillizzare l’opinione pubblica che non è accaduto nulla o se è accaduta qualche cosa tutto ritornerà presto in ordine. E così siamo arrivati alla fine di aprile e la Sicilia non ha un bilancio di previsione per il 2009 e da quattro mesi siamo in regime di esercizio provvisorio, con tutto ciò che questo significa sul piano amministrativo. Comunque entro la mezzanotte del trenta sarà tutto approvato perché altrimenti i deputati dovranno tornare tutti a casa e questo non lo vuole nessuno.

La maggioranza di governo ha una rappresentanza numerica oltre ogni limite di sicurezza. Lombardo è stato eletto con un consenso che potremmo definire bulgaro, ed invece non riesce a governare nessun processo di cambiamento e di sviluppo. Soprattutto perché avvicinandosi le scadenze elettorali nessuno vuole fare un favore agli altri partiti, in una terra dove il consenso elettorale è strettamente legato al potere politico e all’uso spregiudicato che se ne fa. Assessorati alla sanità e all’agricoltura in testa. Ma anche lavori pubblici e industria non scherzano.

In aula, all’Ars, non passa nulla se non si trova un accordo con l’opposizione contro una grossa fetta della maggioranza che, in teoria, dovrebbe sostenere il governo. Nessuno pensi che i siciliani potrebbero minacciare cambio di fronte alle prossime elezioni regionali nonostante che la disoccupazione giovanile abbia superato da tempo il trenta per cento. La gran parte di essi, genitori compresi, fanno la fila dietro le porte dei parlamentari regionali che promettono a destra e a manca, mentre sono tra le cause determinanti del sottosviluppo dell’isola. Ci vorrebbe un sussulto di dignità. Ma con la fame dietro le porte di tante case non ci si può permettere il lusso di protestare. E così muore la democrazia, muore la logica conflittuale tra maggioranza e opposizione, e avviene  un vero scempio, che i veri nemici del governo siedono nelle stesse riunioni di giunta che si fanno a palazzo d’Orleans. E tutto resta bloccato.

  

                                                                                                Vincenzo Noto

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009