Vincenzo Noto

 

 

Una casa di accoglienza per familiari di detenuti

 

Una casa di accoglienza per familiari di detenuti a Piazza Armerina, in Sicilia, è stata inaugurata ieri dal vescovo mons. Michele Pennisi. La struttura è ospitata nei locali della Caritas diocesana ed è frutto di un progetto di don Ettore Bartolotta, assistente spirituale della locale Casa circondariale, e di don Giuseppe Giugno, direttore della Caritas diocesana. “La casa di detenzione di Piazza Armerina - dicono i promotori - ospita 98 detenuti, contro una capienza regolamentare di 48. Di questi circa 60 sono stranieri”. Un rapporto dell’Associazione “Antigone” del 2005 rilevava “problemi di convivenza tra detenuti italiani e stranieri con frequenti risse”. Proprio per “non creare ulteriori tensioni” è stata realizzata l’iniziativa. La Casa è per mons. Michele Pennisi “segno concreto di vicinanza e adesione al gesto del Papa che ieri ha visitato alcune opere della Caritas di Roma, in sintonia con la campagna europea di lotta alla povertà”. "Non è possibile la pena sia pura condanna o addirittura vendetta, ma deve essere mezzo di redenzione e guarigione – ha affermato -. Bisogna che la giusta espiazione sia per la rigenerazione delle persone che hanno sbagliato”. “Con questa iniziativa – ha detto nell’omelia - vogliamo dire che bisogna stare vicini alle famiglie dei detenuti e che la pena deve aiutare a riscoprire la propria dignità di uomo libero”. Mons. Pennisi ha espresso l’auspicio “che i responsabili adottino quei provvedimenti necessari per eliminare il sovraffollamento delle carceri” e “si estenda la possibilità di far lavorare i detenuti anche fuori dal carcere, per diminuire le percentuali di recidiva”. L’iniziativa rientra anche nel “progetto della pastorale carceraria diocesana che prevede l’utilizzo del fondo Sturzo di proprietà del seminario diocesano”. A Piazza Armerina “una ‘Cittadella’ è già avviata ed è affidata alla Fondazione “Mons. Di Vincenzo” di Enna per il reinserimento lavorativo dei detenuti nella fase finale della pena e degli ex detenuti con il coinvolgimento delle loro famiglie”. Si tratta di un Polo d’eccellenza che sorge nella residenza estiva che fu di don Luigi Sturzo e del fratello Mario, già vescovo di Piazza Armerina, e oggi dedicato al reinserimento lavorativo dei detenuti nella fase finale della pena e degli ex detenuti a rischio di recidiva e privi di tutela per il reinserimento sociale. Il tutto con il coinvolgimento delle loro famiglie. Il progetto si rivolge a 28 ex detenuti: 14 impegnati in attività agricola e 14 avviati alla lavorazione delle ceramiche e del restauro del Baglio lucerna, una masseria che vedrà nascere la scuola-laboratorio di arti e mestieri. Nel Fondo Sturzo sono previste 20 villette monofamiliare che ospiteranno le famiglie degli ex detenuti.

 

Dal Sir

 

 

progetto: SoMigrafica 2009