Vincenzo Noto

 

 

UNA NUOVA CLASSE POLITICA DI CATTOLICI?

FAI CONOSCERE IL TUO PENSIERO

 

Come era prevedibile, ma certamente anche voluto dal cardinale Angelo Bagnasco, l’attenzione dei commentatori alla sua prolusione ai lavori della sezione invernale della Presidenza della Conferenza episcopale italiana, si è sostanzialmente concentrata sull’ultima pagina dell’interessante documento che fa il punto sulle problematiche dei cattolici italiani, esattamente al numero 10 nel quale si parla di un interessante sogno che l’arcivescovo di Genova fa spesso negli ultimi tempi.

Dice Bagnasco: “Mi avvio alla conclusione, confidando un sogno, di quelli che si fanno ad occhi aperti, e che dicono una direzione verso cui preme andare. Mentre incoraggiamo i cattolici impegnati in politica ad essere sempre coerenti con la fede che include ed eleva ogni istanza e valore veramente umani, vorrei che questa stagione contribuisse a far sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che, pur nel travaglio della cultura odierna e attrezzandosi a stare sensatamente dentro ad essa, sentono la cosa pubblica come importante ed alta, in quanto capace di segnare il destino di tutti, e per essa sono disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro progetti, dei loro giorni. Italiani e credenti  che avvertono la responsabilità davanti a Dio come decisiva per l’agire politico…

La Conferenza episcopale italiana, nel sogno del suo presidente, auspica sostanzialmente l’impegno nell’agone politico nazionale di molti cattolici ( ciò significa che non si deve essere molto contenti dei cattolici che si proclamano tali nel momento presente) capaci di testimoniare i loro valori e tradurli in scelte partitico-politiche e in provvedimenti che creino una realtà sociale diversa da quella nella quale oggi i cattolici si muovono con tanta difficoltà. Non si parla di un nuovo partito di cattolici perché da tempo l’episcopato italiano considera superata ( ma lo è realmente?), per la vita nazionale, l’esperienza della Democrazia Cristiana, ma di una presenza plurale nella forma ma unica nella sostanza.

Questa unità di valori e pluralità di espressione comunque ha finito con il ridurre di molto la presenza dei cattolici nella vita politica nazionale perché nell’uno e nell’altro schieramento si sentono tollerati e rispettati soltanto perché portatori di consensi. L’intervento di Bagnasco apre nuovi orizzonti a quanti, tra i cattolici, vogliono impegnarsi in politica e non soltanto a livello parlamentare nazionale. Ci sono spazi enormi nelle amministrazioni comunali, nei sindacati, nelle associazioni di ogni genere presenti in ogni angolo del paese. Purtroppo non ci sono progetti unitari, momenti di dibattito e di formazione, occasioni di dialogo e di verifica per cui molti giovani preferiscono fare carriera in tanti segmenti della vita sociale sottraendo energie, idee e valori ad un impegno concreto nel settore della politica.

Come era prevedibile la prima associazione a dimostrare grande apertura alle parole del cardinale Angelo Bagnasco è stata l’Azione Cattolica italiana che in un comunicato sottolinea come l’impegno politico è nel  suo Dna che nel passato ha fornito molti dirigenti politici alla DC con grande utilità per il nostro paese. La stessa associazione si dice pronta a continuare nel solco di una tradizione che l’ha sempre vista in prima fila nell’impegno politico. Altre associazioni, ovviamente,  prima o poi dichiareranno la loro disponibilità, ma ritorna assordante lo stesso interrogativo: da cattolici in politica sì, ma come e con chi e con quale programma?

La Cei forse dovrebbe dare una mano ai cattolici che volessero impegnarsi in prima persona nel servizio della carità politica non dico ad “organizzarsi” ma a trovare spazi di intese comuni, di incontri e di conoscenza reciproca. E non sarebbe male se i vescovi tornassero a favorire la nascita di scuole di formazione politica.

 

Vincenzo Noto

 

 

progetto: SoMigrafica 2009