Vincenzo Noto

 

 

I vescovi contro il ‘nuovo’ processo
Il Cav: "Così l'Italia al passo con l'Europa"

 

'Avvenire' con un editoriale in prima pagina boccia la legge del Governo approvata dalla Camera che abbrevia la prescrizione agli incensurati nei processi di primo grado. "Al di là delle partigianerie - scrive Danilo Paolini nell'editoriale - i nodi della giustizia non saranno sciolti". La Camera ha approvato il disegno di legge con 314 sì e 296 no. Ora il provvedimento passa all'esame di Palazzo Madama per la terza lettura

 

"Non chiamiamolo processo breve". Dopo opposizioni parlamentari e non, magistratura associata, avvocatura, familiari delle vittime delle stragi ora anche la Cei, con un editoriale in prima pagina del proprio quotidiano 'Avvenire', boccia senza appello la legge del Governo approvata dalla Camera e ora all'esame del Senato che abbrevia la prescrizione agli incensurati nei processi di primo grado, di cui il Premier Silvio Berlusconi potrà avvalersi nel processo Mills.

"Al di là delle partigianerie - è scritto senza mezzi termine nell'articolo del quotidiano Cei a firma Danilo Paolini- i nodi della giustizia non saranno sciolti". Perché come tali "non vanno intese le urgenze del Presidente del Consiglio di risolvere i propri guai con taluni da magistrati di Milano".

A giudizio dell'editoriale, si possono anche considerare "vere entrambe" tanto le tesi a favore della nuova legge espresse dalla maggioranza e dal Governo in queste giornate di esame da parte di una Camera caratterizzato da "deputati in tumulto" quanto quelle contrarie espresse dalle opposizioni parlamentari e non.  Ma "tuttavia sarebbe meglio chiedersi  - è il giudizio lapidario di 'Avvenire'- a che cosa non servirà questa legge definita solo per convenzione sul 'processo breve'. Perché la risposta, purtroppo, è che non servirà affatto ad accorciare i tempi dei processi. Come tutti i testi analoghi già presentati in passato, si limiterà alla fotografia e non alla cura del male. Perché di volta in volta si potrà soltanto prendere atto del fallimento di uno Stato che non garantisce in tempi ragionevoli ai processi di arrivare a sentenza".

Intanto Silvio Berlusconi ha commentato il sì di Montecitorio sostenendo che con questa legge l'Italia si mette finalmente al passo con il resto d'Europa sulla giustizia. La maggioranza, secondo il premier, ha dato prova di forte compattezza.

Il presidente del Consiglio continua a dirsi convinto che quota 330 deputati a sostegno del governo è  un obiettivo a portata di mano alla Camera. Dagli ambienti della maggioranza si fa notare che i voti a proprio favore sono aumentati nel voto segreto: 316 contro i 288 dell'opposizione.

Luciano Sardelli, capogruppo di Iniziativa responsabile, terza gamba della maggioranza, si dice convinto che altri deputati potrebbero abbandonare nei prossimi giorni Fli e Udc facendo aumentare i numeri a disposizione del governo.

 

 

 

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