Vincenzo Noto

 

 

 grande attenzione della Chiesa verso i più deboli 

Le ultime dichiarazioni dei vescovi italiani sul Meridione del nostro Paese testimoniano sulla grande attenzione della Chiesa verso i più deboli e confermano la volontà di contribuire a quei radicali cambiamenti che ci si attendono da tutti. E’ proprio su questo “tutti” che dovremmo riflettere e provare a opporci (ribellarci?) alle decisamente troppe – e troppo gravi – lacune e diserzioni nonché agli egualmente troppo scandalosi ritardi ed egoismi che sistematicamente spingono la politica e la pubblica amministrazione  nella palude che tutto inghiotte.

La stessa palude, melmosa, mortale denunciata con nitida determinazione da Luigi Sturzo come oggi un’altra volta  dai nostri vescovi. La stessa alla quale si riferivano anche storici  difensori del Sud come Francesco  Compagna (indimenticabile la sua rivista “Nord e Sud”), Mario Pannunzio con “Il Mondo”, per non dire di Luigi Croce: tutti intellettuali spinti da onesta laicità che nella lucidità della riflessione trovava convergenze sociali preziose con le spinte al riscatto delle popolazioni meridionali propugnate  dalla Chiesa  sempre e soprattutto forte della Parola di Dio.

Non ci vuol molto a far comprendere alla gente che se vi è un’entità con le cosiddette carte in regola  per autorevolmente rappresentare la realtà di tutti i Sud  del pianeta essa è proprio la nostra Chiesa attraverso, principalmente, la predicazione del Vangelo. In questo  senso mi è sembrata  esemplare la sdegnata reazione  del vescovo di Agrigento dopo l’orribile morte delle due bambine di Favara tra le macerie della casa fatiscente abitata dalla loro povera famiglia nella colpevole indifferenza di tutti. E torna (inevitabilmente?) alla memoria l’omelia del cardinale Pappalardo su Sagunto espugnata anche per il silenzio di Roma.

Antonio Ravidà  

 

 

progetto: SoMigrafica 2009