Vincenzo Noto

 

 

CI RISIAMO

 

Pare che la crisi regalataci dalle nefandezze dei big della finanza, soprattutto d’oltreoceano, non abbia insegnato nulla se è vero, come diffusamente riferito dalla stampa, che si è tornati ai vecchi sistemi, macinando montagne di profitti e quindi assicurandosi  anche per il 2009 – e temo per il futuro – lauti bonus in premio del loro “onesto” lavoro.

Neppure le autorità americane, Presidente Obama e Federal Reserve in testa (quest’ultima forse perché con la coda di paglia), sono riuscite nell’obiettivo di definire un nuovo legal standard per accrescere la trasparenza e l’integrità dei mercati finanziari, tutelare i risparmiatori ed evitare il ripetersi di così gravi situazioni che hanno gettato sul lastrico milioni di famiglie che hanno perso casa e lavoro. D’altra parte sappiamo quanto grande sia il potere delle lobby nella società americana e quanto influenti all’interno di quel sistema politico, il quale tuttavia – trattandosi di una grande democrazia – ha la possibilità ed i mezzi per superare anche ostacoli di questo tipo. Infatti, se è vero che i rischi assunti dai banchieri sono andati al di là della ragionevolezza è altrettanto vero che sono mancati i controlli della varie Autorità preposti alla vigilanza.

L’Europa, la cui situazione è risultata meno drammatica di quella americana, non sfugge tuttavia alla medesima esigenza di introdurre adeguate regolamentazioni all’attività speculativa Operazione questa certo non facile ma vieppiù necessaria alla luce del fatto che le operazioni di concentrazione bancaria (sulla quale si comincia a registrare un dibattito circa la loro utilità, sempre e comunque) hanno portato alla creazione di colossi la cui attività si ramifica in numerosi paesi europei con legislazioni non ancora pienamente coordinate come invece sarebbe auspicabile.  

Non si tratta solo di mettere in piedi un nuovo ordine economico mondiale in grado di limitare i comportamenti per così dire “disinvolti” dei banchieri (molti dei quali, peraltro, non intendono riconoscere proprie responsabilità in ordine all’insorgere di questa crisi) ma di ripristinare anche un’etica dei comportamenti che lungi dal rappresentare il ritorno ad una demonizzazione del denaro favorisca, invece, una seria riflessione da parte della scienza economica sull’esigenza di rivedere criticamente alcuni assunti circa la capacità di “autoregolazione” dei mercati sulla base delle sole leggi dell’economia prescindendo da ogni criterio morale e dal controllo stringente delle pubbliche autorità.

Nello scrivere queste righe la mente non può non andare alla tragedia haitiana; una catastrofe immane si è abbattuta su un popolo già gravato da problemi sociali ed economici enormi che la comunità internazionale ha negligentemente ignorato, così come pare ignorare il destino di intere popolazioni dell’Africa, dell’Asia e dell’America del Sud che vivono in condizioni sub umane che appunto un nuovo ordine mondiale dell’economia dovrebbe responsabilmente contribuire a migliorare.

 

La Mantia Salvatore

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009