Vincenzo Noto

 

I beni confiscati alla mafia

una grande risorsa per lo sviluppo socio-economico da non sprecare

Nota della Fondazione San Vito Onlus

 

 

In occasione del Convegno di studi su “La gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata” che si terrà a Trapani il 26 e 27 giugno p.v., la Fondazione San Vito Onlus (ente costituito dal Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo che gestisce beni confiscati dal 2003 per il loro riutilizzo sociale) desidera comunicare pubblicamente alcune osservazioni e proposte in merito alla gestione e l’utilizzo sociale dei beni confiscati.

 

 

- Ogni bene confiscato e utilizzato concretamente per fini sociali è una vittoria della giustizia e delle persone libere da ogni ricatto e paura. Siamo convinti che il male (mafia, corruzione, prepotenza...) si vince innanzitutto con il bene attuato in progetti di riscatto di sociale e di promozione del lavoro onesto e adeguatamente retribuito.

 

- Il riutilizzo sociale dei beni confiscati richiede un serio sostegno finanziario  dei Comuni  che sono proprietari e primi responsabili dei beni. In particolare la gestione agricola dei beni confiscati comporta un notevole impegno economico da parte dell’ente gestore. Senza l’aiuto dello Stato e delle amministrazioni locali si rischia il fallimento. Si rinnova quindi l’invito agli amministratori degli Enti locali (Comuni e Provincia) di creare un congruo capitolo di spesa all’interno del bilancio annuale destinato “ai beni confiscati e alla educazione alla legalità”.

 

- E’ indispensabile che le Prefetture assumano un ruolo maggiore di coordinamento e di vigilanza per l’effettivo ed efficace riutilizzo sociale dei beni confiscati.

 

- A volte si riscontra in alcuni funzionari delle pubbliche amministrazioni un certo disinteresse e una non adeguata fattiva collaborazione per la gestione dei beni confiscati. Non siamo noi (cittadini “attivi” ed Enti sociali che operano positivamente nei territori) che dobbiamo essere “ostacolati” e/o  “tenuti lontani”, ma coloro che hanno colpito (o continuano a farlo impunemente!) la collettività e la vita dei singoli servitori dello Stato e del bene comune, con la violenza e con l’intimidazione mafiosa.

 

-  Non possiamo più permettere che i beni confiscati (immobili, terreni, altri strumenti) già nel pieno possesso dei Comuni,  rimangano inutilizzati per anni  o, peggio ancora, siano qualche volta pressoché in “uso” a parenti-“amici” dei soggetti incriminati per associazione mafiosa. Si tratta, in alcuni casi, di un vero e proprio “pugno allo stomaco” verso i cittadini e verso gli operatori della Magistratura e delle Forze dell’Ordine che tanto si adoperano per la nostra sicurezza e libertà.

 

 

Mazara del Vallo, 25 giugno 2009

 

Don Francesco Fiorino

Presidente della Fondazione San Vito Onlus

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009