Vincenzo Noto

 

 

QUANDO UNA AZIENDA IN CRISI

ATTACCA LA LIBERTA’ DEI GIORNALISTI

 

 

 

Premetto che conosco poco o niente Corrado Formigli, il giornalista di LA7 condannato dai giudici a pagare sette milioni di euro per avere diffamato una ben nota casa automobilistica italiana ( ancora?) nel corso di una inchiesta televisiva.

Per carità, anche i giornalisti sbagliano o si fanno guidare da fini estranei al loro mondo lavorativo. Ma è possibile che giudici al di sopra di ogni sospetto condannino uno che nell’esercizio della sua attività professionale può anche avere sbagliato giudizio  (tutto da dimostrare!) ad una cifra così esorbitante? Ma ci sono casi analoghi? O soltanto perché si tratta di una nota casa automobilistica in grave difficoltà e in forte ridimensionamento negli stabilimenti italiani (perché preferire l’America?) i giudici hanno adottato criteri diversi? Non si tratta di insinuare chissà quali errori dei magistrati, ma il buon senso spinge a farsi molte domande e a darsi risposte anche le più fantasiose vista l’entità della cifra e i protagonisti.

Sono sicuro che prima o poi nei diversi gradi del processo tutto sarà chiarito e ridimensionato a favore del giornalista. Ma resta un dubbio: forse qualcuno ha voluto intimorire i giornalisti a stare ancora più attenti nel cercare le fonti delle notizie e a divulgarle, soprattutto se qualcuno che conta ne può ricavare un qualche danno anche solo di immagine?

Un’ultima osservazione: credo che questa vicenda abbia finito per danneggiare ancora di più la nota marca automobilistica italiana impegnata a trasferire le proprie attività all’estero dopo avere ottenuto, nel corso della sua lunga e prestigiosa storia, notevoli contributi dai governi italiani.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009