Vincenzo Noto

 

 

LA RECESSIONE? INNANZITUTTO É MORALE

IL NATALE UN’OTTIMA OCCASIONE PER MEDITARE

 

Tutti parliamo della recessione in corso in Italia e altrove ormai da diverso tempo e a questa parola, che suscita certamente non pochi fantasmi negativi, attribuiamo quasi sempre un significato economico. Sostanzialmente abbiamo tutti paura che i dati macroeconomici che gli istituti di ricerca forniscono ci facciano svegliare da un sogno che durava da troppo tempo.

Chissà perché siamo convinti che al progresso non c’è limite e, se non creiamo lacci e laccioli, lo sviluppo sarà senza fine. Ma non è così e non è mai stato così. Ai periodi delle vacche grasse hanno fatto seguito sempre periodi più o meno lunghi di magra solo che non abbiamo imparato nulla dai processi  economici che altri hanno vissuto prima di noi.

In tempi di recessione ci sono benestanti che vivono ancora meglio in ragione degli abbassamenti dei prezzi dei beni, soprattutto immobili, e non pochi fanno anche affari d’oro a scapito di chi ha assunto impegni improrogabili.

La recessione, però, potrebbe anche offrire una seria occasione a molti per riflettere sul proprio stile di vita, sull’uso di beni assolutamente non necessari, sul desiderio di volere tutto e ancora di più, sulla incapacità di accontentarsi di quanto già si possiede. Le generazioni del benessere senza regole non sono preparate ad affrontare periodi di crisi come il nostro e ritengono che la fine del mondo si sta abbattendo su di loro solo perché non possono più permettersi certi beni dei quali si può fare sicuramente a meno senza nessun danno per la salute.

Occorrerebbe avviare una seria riflessione sui tempi della recessione per darne una corretta chiave di lettura e approfittarne per assumere un nuovo stile di vita improntato ai valori della parsimonia e del controllo delle scelte anche piccole,  allargando l’orizzonte alle situazioni in cui versano interi paesi soprattutto nel terzo mondo condannati ad una povertà endemica che non lascia spazi ad un futuro diverso.

Ma noi malediciamo il presente rimpiangendo il passato e sognando un futuro nuovamente ricco di beni economici. Siamo oppressi, senza speranza, incapaci di dare un taglio a tutto ciò che ci impedisce di dare un più profondo senso alla nostra esistenza. La povertà (temuta) di alcuni beni di consumo ci procura una vera povertà di valori e di spiritualità che ci impedisce di dare un senso anche alle piccole rinunce di ogni giorno. Il Natale, questo Natale, può essere una occasione d’oro per dare una svolta al nostro modo di vivere che non mancherà di avere effetti benefici sulla vita di tutta la comunità.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009