Vincenzo Noto

 

 

 

elezioni anticipate?

L’avere votato e l’avere scelto anche un presidente della Regione direttamente alla Sicilia non ha giovato molto. Tutt’altro. E oggi si riprende a parlare di elezioni anticipate visto che a palazzo dei Normanni, sede del parlamento regionale, non si riesce più a costruire nulla intorno ad una maggioranza sicura. Lombardo non sa più chi incontrare alla luce del sole o segretamente per garantirsi a Sala D’Ercole una maggioranza su cui fare affidamento, mentre con gli ex compagni del Pdl che gli hanno dato i voti per essere eletto non si scrive più. Una capacità bisogna riconoscere all’attuale presidente della Regione. Ha spaccato tutti i partiti ed anche questa è una dote che nel mondo politico ha il suo valore. Per ultimi sono stati colpiti e in maniera molto dolorosa i deputati del PD che tradizionalmente hanno presentato un alto indice di unitarietà.

Il segretario regionale Lupo cerca di barcamenarsi tra Cracolici e Lumia da una parte (perché tutta questa voglia di partecipare organicamente ad una nuova maggioranza?) e Mattarella e Crisafulli dall’altra che minacciano un referendum tra gli scritti per cambiare linea politica del partito.

Il fatto è che c’è confusione un poco ovunque mentre i problemi della nostra terra finiscono con l’aggravarsi all’interno di una crisi nazionale ed internazionale che non demorde e continua a fare vittime ovunque.

Proprio nel momento in cui avremmo bisogno di una dirigenza politica isolana capace di scelte coraggiose e risolutive siamo costretti a confrontarci con una classe politica tutta impegnata a salvare se stessa e gli interessi della propria parte. E la crisi della Regione è strettamente connessa con quella nazionale. Come può continuare il PD a dare fiducia ad un Lombardo che in Sicilia manda il PDL all’opposizione e a Roma la pattuglia dell’MPA a sostiene il governo Berlusconi? Anche Lombardo conosce il proverbio: Chi troppo vuole nulla stringe e sa benissimo che prima o poi le situazioni confuse vengono al pettine come tutti i nodi.

Ma è dall’interno del PD che dovrebbero venire segnali precisi di coerenza. Se a Roma il partito contrasta decisamente Berlusconi perché a Palermo continua a sostenere un Lombardo che del presidente del Consiglio è un sicuro alleato? Si corre il rischio che gli elettori pensino che ai partiti non interessa la coerenza con il proprio patrimonio ideologico ma soltanto arrivare nella stanza dei bottoni, assicurarsi autorevoli poltrone governative e da lì curare gli interessi della propria cricca.  Ma così non si fa politica, al limite si gestisce solo potere non dando alla Sicilia prospettive concrete di uno sviluppo che la veda quantomeno avvicinarsi alla media nazionale ancora abbastanza lontana.

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009