Vincenzo Noto

 

 

IL CASO DEL GIORNALISTA EMILIO FEDE

QUANDO IL SERVILISMO NON PAGA

 

 

Per un giornalista di lungo corso come Emilio Fede non ci poteva essere interruzione del rapporto di lavoro più traumatica. Gli è stato dato un benservito (nel senso che ha servito bene Berlusconi del quale si vantava di essere molto amico) che non ammette nessuna chiave di lettura diversa dalla cacciata via dal posto di lavoro. Certo ha di che vivere perché  ha lavorato e guadagnato bene, ma per un giornalista essere allontanato dal padrone dal lavoro dopo tanti anni di servizio fedele nei giorni più che i carabinieri nei secoli deve essere traumatico.

Lui dice di sapere chi ha manovrato per farlo allontanare ma non fa nomi né cognomi, anche se i sospetti sono tutti orientati verso chi all’interno dell’impero berlusconiano ha un ruolo decisionale. Ma a noi interessa poco se Confalonieri o altri lo hanno cacciato via in malo modo dalla direzione del Tg4, mentre ci interessa non poco far rilevare  che questa è la fine di tutti i servitori, di quanti cioè sono più papalini del papa o servizievoli fino al punto di dimenticare l’etica professionale. E di etica in questo momento all’interno del mondo della comunicazione ne occorre tanta per recuperare un minimo di credibilità nell’opinione pubblica. Fede, per quanto mi riguarda, è uno che ha ridotto il giornalismo a servizio domestico a vantaggio di un padrone ricco e molto interessato alle notizie e, alla fine, ha pagato con un trattamento a pesci in faccia tanti anni di onorato servilismo. Questo non significa che Fede non fosse un ottimo professionista. Per molti lo era e probabilmente sarà anche vero. Ma nella professione di giornalista, come in qualsiasi altra professione che si rispetti, occorre avere la schiena dritta, anche se per un periodo di tempo bisognerà fare la fame. Perché il brutto tempo come quello buono non dura per sempre. Ma l’essere dimissionati dal padrone o dai suoi galoppini non riempie di gioia nessuno. E le dichiarazioni di Emilio Fede ci fanno cogliere la dimensione reale di certi padroni prestati al mondo dei giornali.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

 

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