Vincenzo Noto

 

 

LA FAME NEL MONDO CI INTERPELLA

 NON ASSOLVIAMOCI DA SOLI

 

Le cifre diffuse dall’ultimo rapporto della Fao sulla fame nel mondo sono, nella loro crudezza, molto chiare. Più di un miliardo e duecentomila persone soffrono la fame. Oggi, 2009, in un mondo tecnologicamente avanzato, in grado di produrre beni più che sufficienti per tutti, siamo ancora costretti a costatare che la perversa logica dello sviluppo, tutto in mano ai paesi ricchi dell’Occidente, produce consumismo e lo fa a scapito della povera gente costretta a vivere nella assoluta indigenza.

Mentre le nostre pattumiere straripano di prodotti conservati nei frigoriferi fino alla data della scadenza e poi spediti a grande velocità nei cassonetti, ogni giorno migliaia di esseri umani muoiono realmente di fame.

Purtroppo restiamo a riflettere solo per qualche secondo quando ascoltiamo o leggiamo notizie del genere, esprimiamo a bassa voce, qualche sentimento di solidarietà con chi soffre, ma poi non ci spostiamo di un centimetro nella logica che governa la nostra vita di consumatori. Troppo spesso ci giustifichiamo dicendo a noi stessi che vorremmo fare qualche cosa ma non sappiamo che cosa nè, tantomeno, come metterci in contatto con chi realmente opera a favore del superamento della fame nel mondo.

Siamo troppo pigri, ed anche troppo sazi, per fermarci più a lungo a riflettere sulle nostre possibilità che non sono poche.

Sono stato già 14 volte in Africa, in Tanzania, nella regione di Iringa e, precisamente, in un’area nella quale operano molti missionari siciliani, partiti da Nicosia, Catania, Agrigento, Palermo e tante suore di diversi centri dell’isola che quotidianamente affrontano il problema della fame e cercano di sottrarre a questa maledizione centinaia di persone, soprattutto bambini. Perché non stiamo vicino a loro e non li sosteniamo nella loro attività?

E’ chiaro che la fame nel mondo non è soltanto in Africa e qualche volta siamo costretti a registrare gravi fatti che riguardano anche le nostre città dove accade pure che qualcuno muore di fame e le vittime sarebbero molte di più se dei volontari non facessero la sera il giro della città per dare un pasto caldo a chi non ha nemmeno un letto dove dormire. E dobbiamo dire un grazie anche alle mense della Caritas o di altre istituzioni se tanta gente può avere un pasto caldo. E vanno ringraziati volontari e benefattori che senza cercare pubblicità aiutano chi vuole aiutare.

Del problema della fame nel mondo se ne sono occupati i capi di governo  anche all’ultimo G20 dove di solito si danno scadenze che non vengono mai osservate, mentre i governi che dicono di voler contribuire con x milioni di dollari, poi non lo fanno o danno molto di meno, impegnati come sono a far quadrare i bilanci dei propri paesi.

Il privato può dare  una mano concreta a sfamare miglia di persone subito ad esempio con le adozioni a distanza o sostenendo le famiglie religiose e le diocesi che hanno missionari in tanti paesi realmente poveri. Domenica prossima si celebra la Giornata missionaria mondiale e questa potrebbe essere una vera occasione per chi dice di non sapere a chi rivolgersi per aiutare chi è nel bisogno per mettere mano al portafogli e contribuire a risolvere il problema.

I dati della Fao parlano di un miliardo e 200 milioni di persone che soffrono la fame. Proviamo ad immaginare quanti sarebbero in più se nel mondo, soprattutto nei paesi più poveri, non ci fossero i missionari cattolici o anche di altre confessioni, sostenuti da amici e benefattori dei paesi di provenienza!

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009