Vincenzo Noto

 

 

Da cattolico fiero di Boffo

 

Da cattolico, secondo uno schema di primo livello, sono contento e ne sono anche fiero.

Se, poi, le attestazioni di vicinanza a Boffo sono anche propositi di impegno per la difesa della libertà di pensiero, di opinione e di stampa, c’è da essere soddisfatti nella consapevolezza che tale libertà va coniugata con un sincero sforzo di ricerca della verità e non può avere alcun rapporto con la menzogna e le strumentalizzazioni tese alla manipolazione delle coscienze.

In questo ambito, trovo assai difficile, molto più del solito, distinguere il bene dal male nelle vicende di queste settimane.

Indubbiamente c’è un attacco alla Chiesa cattolica – alla sua gerarchia e al suo mondo – per cercare di condizionarla e zittirla nel tentativo di ridurne l’autorevolezza morale esaltandone la sua dimensione temporale e, quindi, di un piccolo Stato senza esercito (dice la Lega: “che può accogliere pochi extracomunitari”), con il quale è bene andare d’accordo.

Il premier preferisce, perchè fa comodo, una Chiesa così fatta, alla quale destinare – in modo diretto o indiretto – cospicue offerte di beni, condizioni di vantaggio ed opportunità varie oltre ad offrire una ossequiosa deferenza, purchè sia una Chiesa che non si impicci dei suoi vizi privati, non critichi la sua smodata ricchezza nè l’ostentazione di essa, non susciti l’indignazione e la contrarietà dei fedeli contro i suoi conflitti d’interesse, contro gli eccessi dell’economia di mercato e contro l’accoglienza negata ai disperati del mare.

E, allora, la vicenda di Boffo come inquadrarla, come valutarla?

Boffo è un bravissimo giornalista, una “bella  penna”, un signor direttore  che ha sempre avuto la fiducia dei vescovi italiani e la predilezione del cardinal Ruini.

Boffo viene dall’Azione Cattolica e, se non erro, fu un protagonista delle vicende di AC degli anni settanta e ottanta e, se proprio non mi sbaglio, aveva e sosteneva opinioni e proposte diverse da quelle di Monticone e Bachelet.

Probabilmente tutto questo non c’entra nulla o c’entra poco, ma posso avere un momento di sincerita?

Dall’entrata di Berlusconi in politica, io – democristiano seguace di Moro, poi popolare del PPI, poi della Margherita ed oggi cattolico nel PD – ho letto Avvenire tante volte con personale disagio, ho fatto fatica ad intenderlo come il “mio” giornale perchè avvertivo esserci un sostegno a Berlusconi e al centro destra più che un alimento e un incoraggiamento culturale alle mie scelte politiche, che restavano “cattocomuniste” senza difesa alcuna.

Berlusconi, giustamente criticato da Boffo, ha reagito (l’interessato nega) e Boffo si è dimesso.

Doveva farlo prima? Non serve più una risposta a questa domanda.

Boffo esce alla grande ed io sto con Boffo, finalmente a mio agio.

 

Rino La Placa

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009