Vincenzo Noto

 

 

 

EDITORIALE.  FINE INGLORIOSA DI UNA LEGISLATURA

 

Gli incontri si succedono a tutti i livelli e con un solo filo conduttore: evitare le elezioni anticipate che manderebbero a casa non pochi deputati di Sala D’Ercole, e segnerebbero la fine politica del presidente Raffaele Lombardo, eletto da una enorme maggioranza che ovviamente non può non ritenersi tradita dagli scontri sotterranei di Castiglione, Nania, Lombardo e Cuffaro e Miccichè.

Una lotta politica che in poco più di un anno ha visto due governi e un terzo se ne prepara, sempre che l’istinto di sopravvivenza porti nel segreto dell’urna alla nascita di una nuova maggioranza che coinvolga anche non pochi deputati del Pd.

E i problemi della Sicilia si aggravano ogni giorno di più, la disoccupazione dilaga, piccoli artigiani chiudono in attesa di un credito che non arriva mai, nuove attività non se ne avviano, gli industriali vorrebbero una qualche certezza e sapere con chi devono trattare i loro problemi. Forse le centrali dei partiti non sanno che stanno giocando col fuoco, e se invece lo sanno sono da vituperare in tutti i modi per lo scarso interesse che dimostrano nei confronti della povera gente che dovrebbero governare.

All’orizzonte sembra profilarsi una nuova maggioranza all’Ars ovviamente con lo stesso presidente della Regione eletto dal popolo. Una operazione di basso profilo politico che ha un sapore di trasformismo immorale. C’è un popolo che è stato chiamato alle urne ed ha dato uno straordinario consenso ad una delle due aggregazioni in campo. Ha espresso, non sappiamo con quanta consapevolezza politica e lungimiranza (ma nessuno ha il diritto di svilirne l’importanza democratica), un voto dando fiducia al Centrodestra e al suo leader Raffaele Lombardo. Chi autorizza i vincitori di pochi mesi addietro a rimescolare le carte senza il consenso dei cittadini? La Sicilia è stata derubata di tutto e da tutti, ma adesso viene pure derubata  della stessa volontà dei  suoi cittadini che decidono da chi farsi governare.

Una parola per il Pd. Non si faccia prendere dalla volontà di operazione millazziane per entrare nella stanza dei bottoni e gestire qualche assessorato. Gli basta la straordinaria vittoria rappresentata dalla incapacità di governare dimostrata dal Centrodestra, ottimo motivo di propaganda in una  ormai più che probabile competizione elettorale. Tenere in piedi, soltanto per qualche mese, un presidente della regione infedele alla sua maggioranza non gli gioverebbe più di tanto, anzi ne ridurrebbe la capacità di aggregare nuovi  e necessari consensi per avere il diritto di governare.     Non ci si venga a dire che la governabilità già vista e quella da vedere è un bene prezioso a tal punto da meritare qualche sacrificio. Per la Sicilia è meglio andare ad un chiarimento politico al più presto possibile anziché vivacchiare governata da chi pensa solo a fare i propri interessi di famiglia o  di gruppo. Ci si chiede: ma Berlusconi potrà permettere ai suoi uomini tutto questo o interverrà su Castiglione e Micchichè perché trovino un qualche accordo? E’ probabile, e allora è meglio che il Pd non offra sponde a nessuno per ricattarsi reciprocamente e senza troppo lucidità.

 

Vincenzo Noto    

 

 

progetto: SoMigrafica 2009