Vincenzo Noto

 

 

La vera scelta dei Gesuiti in preparazione

delle amministrative a Palermo

 

Venerdì 21 ottobre, è stato celebrato il primo incontro di una serie al Centro Educativo Ignaziano,  il cui motivo di fondo è “Torniamo a riflettere”. L' incontro dal titolo “L'autonomia siciliana oggi: strumento per lo sviluppo” ha affrontato in modo sintetico ma efficiente alcuni nodi sostanziali che hanno di fatto negato l'attuazione di uno strumento che era stato pensato per potenziare lo sviluppo della Sicilia. L'organizzatore principale dell'incontro, insieme ad altre sigle di matrice ecclesiali, è stato l'Istituto di formazione politica Pedro Arrupe che pur mantenendo la sua figura di forte “aggregatore” delle istanze della società ed ecclesiali sta acquisendo una fisionomia sempre più collegiale al suo interno, e più aperta all'esterno.

Recependo le istanze del documento “Per un paese solidale. Chiesa Italiana e Mezzogiorno” introdotto da p. Francesco Beneduce sj rettore del C.E.I. veniva declinato l'intervento da p. Gianfranco Matarazzo secondo il paradigma pedagogico ignaziano. Questo  è  “imperniato su tre cardini: esperienza, riflessione, azione” e da questo l'articolazione nel ricostruire la caratteristica “speciale” della nostra regione e l’esperienza istituzionale che ne è scaturita; il provare a rifletterci sopra, in vista di un orientamento e di un agire, sollecitato anche dalle scadenze elettorali che si stanno delineando.

Il cambiamento all'interno dell'istituto Arrupe appare sostanziale nell'ambito di azione. Ultimamente  l'ex direttore p. Gianni Notari sj è stato presentato da alcuni giornali come la mano dei gesuiti, che attraverso il movimento Palermo più sceglie Ferrandelli, invece che il “patriarca” Orlando. Si deve notare in questo senso il manifesto di questo incontro pubblicato sul sito dell'Arrupe e riletto durante la sessione: “A livello cittadino e anche regionale si stanno delineando candidature, auto-candidature e tante proposte di coinvolgimento in vista delle prossime scadenze elettorali. Noi scegliamo un approccio differente. In linea con il nostro modo di procedere, vi proponiamo, infatti, di ritornare a riflettere e di arrivare questa volta preparati a tali appuntamenti che ci coinvolgono come comunità...”

 

Il messaggio politico diventa chiaro quando p. Matarazzo afferma “Ci attendono importanti scadenze. Come insieme di realtà associative e sigle, ci prepariamo a queste scadenze ricordandone l’importanza e ci prepariamo non individuando leader, ma discutendo e confrontandoci in vista dei programmi e, a questo punto, dei leader. In tanti ci vorrebbero coinvolgere, schierare... Avremo tempo per farlo. Ora ritorniamo a riprendere lucidità. La nostra città e la nostra regione hanno bisogno di gente che riacquisti lucidità e sia messa in condizione di fare la propria parte.”

 

Sarebbe però ingeneroso, per le oltre settanta pagine (!!!) pubblicate sul sito del movimento, interpretare il passaggio nel senso che “Palermo più” non avrebbe un programma!  Leggerei, invece, la distanza tra le due posizioni nell'apertura dei Gesuiti alle parti politiche, destra e sinistra; non tanto ai partiti politici quanto alle personalità qualificate che orbitano criticamente all'interno di questi, cercando di lavorare per il bene comune. Lo dimostra lo stesso incontro di venerdì tenuto dall'onorevole La Loggia (PdL) e dall'onorevole Barbagallo (PD), mentre il movimento Palermo più si colloca nell'ambito delle primarie del centro sinistra.

Inoltre, ma questo in misura minore, vedo una maggiore attenzione dell'Arrupe  alla formazione delle coscienze cittadine piuttosto che di una élite politica capace di formulare un programma; questo dovrebbe scaturire dal coinvolgimento della città.

 

Sono sfumature che, a quanto pare, sono considerate dalla Compagnia di Gesù sostanziali.

 

Riccardo Incandela

 

  

 

progetto: SoMigrafica 2009