Vincenzo Noto

 

 

GOOD NEWS

 

Il bene non fa notizia,si sa. Forse perché è più difficile andarlo a scovare, mentre una fatto di “nera”, un incidente, lo straripamento di un fiume accadono e "arrivano" subito nelle redazioni dei giornali,delle radio e delle tv attraverso le agenzie di stampa. E poi forse è anche vero quel che dice lo psicologo Paolo Crepet, quello di “Porta a porta”, per il quale “la gente è affascinata dal male”. E questo spiegherebbe gli alti indici di ascolto delle puntate che Bruno Vespa dedica ai più efferati delitti italiani. Matteo Pennacchi , direttore del sito www.buonenotizie.it spiega che i professori dell'Università di Scienze della Comunicazione in Francia, dove ha studiato, gli avevano insegnato che, per vendere un giornale, i servizi devono essere incentrati su una della quattro S: sesso, sangue, soldi e scandalo". Un insegnamento che Matteo non ha seguito se oggi dirige un sito che cerca di dare spazio anche alle tante notizie di percorsi virtuosi che ogni giorno nel nord e nel sud del mondo vengono promossi da tante persone di buona volontà che stanno già cambiando il mondo e hanno portato a grandissimi progressi spesso invisibili ma significativi per milioni di persone, per l’ambiente, per l’occupazione.

Anche nell’informazione della Rai ,per volontà del direttore della Testata Regionale, Angela Buttiglione è iniziato un tentativo di dare spazio alle “good news” e così nella varie edizioni di “Buongiorno Regione” la trasmissione realizzata dalle redazioni regionali della Rai è prevista una rubrica che si intitola,appunto, “la buona notizia”. Buona l’idea, ma assai modesti i risultati. La buona notizia, nove volte su dieci, è la risoluzione di un disservizio della pubblica amministrazione: la strada riasfaltata, la discarica abusiva eliminata, il cartello stradale sostituito. Insomma, dell’idea originale, di far emergere l’Italia generosa, la ricchezza del volontariato, l’impegno nella cooperazione internazionale (solo per citare alcuni temi), ben poco è rimasto. E’ vero che chi fa il bene tende a farlo di nascosto, ma con qualche sforzo i redattori potrebbero raccontare qualche bella storia E questo per un dovere di verità e di onestà, per rendere conto della complessità della realtà, in cui ci sono tanti problemi ma anche “piccole” storie che meritano di essere raccontate,  per far capire ai giovani che non c’è solo la realtà “falsa” dei reality, per alimentare  nei nostri giovani la capacità di sperare, la fiducia nella possibilità di cambiare il mondo.

Salvatore Gullotti

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009