Vincenzo Noto

 

 

IL PARTITO DEL SUD, LE GABBIE SALARIALI E … I ROGHI ESTIVI!

 

Come ogni estate sono arrivati puntuali gli incendi. In queste ore si sta ancora cercando di spegnere quello che ha distrutto 300 ettari di macchia mediterranea in località Casaboli di Monreale.

E’ una notizia in sé drammatica eppure si ha l’impressione che non ci tocchi più di tanto. Ne parliamo, infatti, come di una cosa scontata, un avvenimento al quale diamo un appuntamento da un anno all’altro. Eppure si tratta di uno scempio che priverà i nostri figli e nipoti di quel patrimonio naturalistico la cui salvaguardia dovrebbe costituire interesse di ciascuno.

Come per gli incendi veri e propri, altrettanto abituati siamo a quegli altri fuochi d’estate accesi per lo più per tenere desta l’attenzione dell’opinione pubblica su temi più o meno effimeri ma utili a innescare polemiche e discussioni animate, magari mentre siamo distesi sulla spiaggia a goderci il meritato (!) riposo, in un periodo, fino a pochi anni addietro, tradizionalmente privo di argomenti interessanti.

In verità argomenti “da spiaggia” ve ne sono già abbastanza, c’è solo l’imbarazzo della scelta: dalle veline a Villa Certosa al viaggio del nostro Premier al Santuario di Padre Pio, dalla minaccia - da parte di alcune frange berlusconiane - di costituire un Partito del Sud al suo “aborto” – come ha scritto su questo sito Andrea Piraino - ad opera degli stessi ispiratori, una volta ottenuta come regalia – violentando un poco il nostro Ministro dell’Economia e con lui il contrapposto “partito del Nord”, la promessa di quei fondi che, come scrivono taluni che di queste cose si intendono, erano già destinati alla Sicilia ma di cui si ignora, come prima, quando arriveranno.

Non si è dunque ancora spenta l’ultima fiamma – per usare il linguaggio simbolico – di questo fuoco estivo che, quasi per contrappunto, ecco pronta la risposta con la questione delle “gabbie salariali”: nel Sud il costa della vita, secondo Bankitalia, è inferiore del 17% rispetto al resto del Paese, ergo al Sud le retribuzioni devono essere inferiori.

Leggendo la stampa si ha l’impressione che le reazioni alla proposta siano abbastanza articolate: dal rifiuto più o meno netto dei “sudisti puri e crudi” alle posizioni più possibiliste di quelli che sono abituati a dare un colpo alla botta ed uno al cerchio: del tipo “il problema è serio e non è un tabù”, oppure “se ne può parlare a condizione che si diminuiscano pure le tasse” e via di questo passo.

Assisteremo nei prossimi giorni agli sviluppi di questo interessante argomento. Mi piacerebbe solo che coloro che si cimenteranno su questo tema tengano presente che si può discutere di tutto e quindi anche di “gabbie” (figurarsi se in Italia esiste un problema di cui non si possa parlare!!) a condizione che vi siano i salari; ma se questi mancano, come dimostra l’aumento della disoccupazione – soprattutto di quella giovanile – costoro rischieranno di trovare una soluzione – non oso pensare quale – quando le “gabbie ………… saranno vuote”!!.

Salvatore La Mantia

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009