Vincenzo Noto

 

 

 

La riflessione che non ho mai letto

 

Negli ultimi giorni si è ripresa la critica che negli ultimi anni è stata fatta allo strumento di protesta dell'occupazione delle scuole pubbliche. Riflessione condivisibile, sia perché lede il diritto allo studio, sia perché si configura come reato che incomprensibilmente mai nessuno paga, delegittimando la stessa giustizia; sia perché a mia memoria le scuole hanno il più delle volte colto l'occasione della protesta per sospendere le lezioni più che sospendere le lezioni per protesta. Detto questo è notizia fresca di stampa che ci sono stati nuovi incidenti con giovani studenti contusi e la folla che grida vergogna!

Di questo non si parla mai: dei mezzi convenzionali per disperdere la folla. E' comprensibile che ci siano dei momenti in cui la polizia si trova in seria difficoltà e che debba rispondere alla violenza affinché questa cessi. Ma spesso si vedono immagini in cui la polizia utilizza i manganelli solo per  disperdere la folla, oppure scene ancora peggiori dove due o tre poliziotti continuano a pestare un manifestante atterrato invece di ammanettarlo. E' ammissibile che lo stato adotti la violenza gratuita come deterrente? Continuo a sottolineare che non sto contestando singoli episodi in cui alcuni agenti hanno degenerato nei loro atti, ma di un sistematico e calcolato uso della violenza che a mio avviso non è ammissibile dallo stato. Questo deve rispettare le leggi che impone ai cittadini, e non può attentare all'integrità fisica dei dimostranti. Non voglio considerare poi il fatto che l'uso della violenza leggittima di fatto la difesa dei dimostranti all'uso della violenza degenerando in esalation di cui nessuno vuole essere più testimone. La polizia si comporta in certe occasioni come un esercito, una legione romana ben disciplinata al comando del senatore di turno, con i suoi interessi politici. A Palermo ricordo lo sgombero dello Zeta lab, un centro sociale legittimato solo ufficiosamente per il suo impegno, a volte anche con il pagamento da parte del comune delle bollette; perchè poi dopo anni di lavoro viene buttato fuori assegnando la struttura sottobanco ad una fantomatica associazione? Perché non legalizzare una struttura che condivisa o meno è espressione del diritto di associazione dei cittadini? Perché attaccare come una squadriglia fascista il centro sociale e pestare a sangue  i manifestanti atterrati? No, in Italia si regolarizzano solo le situazioni che possono portare voti alla parte al potere, ed in quel caso erano di sinistra e Cammarata aveva bisogno di fare un favore ad altri che lo votano.

 

Riccardo Incandela

 

 

progetto: SoMigrafica 2009