Vincenzo Noto

 

 

LOMBARDO SI AUTOASSOLVE. SICILIA SENZA SPERANZA?

 

 

Chi si aspettava che il presidente della regione Raffaele Lombardo  nel suo discorso a Sala D’Ercole aprisse  realmente uno squarcio sul  puzzolente malaffare siciliano, sui suoi protagonisti politici e i suoi collegamenti malavitosi è rimasto profondamente deluso. Una delusione diventata ancora più consistente per il fatto che Lombardo alla vigilia aveva minacciato di fare nomi e cognomi di quanti conducono le danze nella Sicilia arrampicatrice e acchiappa appalti. Nulla di tutto questo. I nomi di Firrariello e Torrisi  del Pdl e di Enzo Bianco del Pd sembrano più tirati fuori per ragioni di lotta politica all’ultimo sangue che per suggerire alla magistratura nuove strade da intraprendere.

Tutto è rimasto come prima? Non direi proprio, perché a seguire il discorso in aula abbiamo capito benissimo che questa lotta tra gruppi politici da sempre legati a famelici ambienti  imprenditoriali e, negli ultimi tempi,  pare anche a cosche mafiose presenti capillarmente il tutto il territorio regionale è destinata a durare a lungo. Probabilmente loro per un po’ di tempo non potranno spartire con la solita logica gli affari, ma la Sicilia rischia ogni giorno comunque  di avvitarsi  sempre più nel suo atavico sottosviluppo, priva come è di una vera classe politica capace di volare alto, programmare strategie che portino ad investimenti produttivi.  

Purtroppo, in questo momento alla nostra regione manca anche una coscienza critica di intellettuali, ecclesiastici, uomini realmente liberi che possano essere punto di riferimento per le nuove generazioni senza futuro, condannate a professionalizzarsi e ad emigrare. Nemmeno la Chiesa riesce a dire una parola di speranza o, se la dice, cade subito nel dimenticatoio. Si pensi alla nessuna eco che ha avuto nella nostra regione il documento della Conferenza episcopale italiana sul Mezzogiorno. La classe politica ascara e pigliatutto ha inglobato anche il mondo della cultura che nella sua stragrande maggioranza “appartiene” ed ha perso la libertà di parlare, sempre in attesa di contributi per convegni, Centri studio, pubblicazioni…

Il declino (non solo economico) della società siciliana è preoccupante. Non soltanto perché la Fiat va via da Termini Imprese e altri gruppi economici si preparano a spartirsi le risorse  finanziarie messe a disposizione dalla Regione per poi andarsene altrove. I giovani sono senza speranza per una disoccupazione dilagante che attanaglia sempre più famiglie, il lavoro in nero prospera ogni oltre umana tolleranza e tanti ragazzi vengono massacrati per 500 euro al mese e devono anche ringraziare il padrone di turno, la moralità pubblica sembra  deteriorarsi…Ma chi può dirci una parola di speranza?

 

Vincenzo Noto

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009