Vincenzo Noto

 

 

 

CASO LOMBARDO, DAL TRIBUNALE DI CATANIA

ASPETTIAMO CHIAREZZA E GIUSTIZIA

 

Gli occhi di politici ed osservatori sono tutti rivolti verso  il Tribunale di Catania in attesa della sentenza del Gup per sapere se l’esperienza politica del presidente della regione Raffaele Lombardo e del fratello Angelo ( innocenti fino a prova contraria) è da considerarsi finita, o se hanno ragione loro che respingono al mittente e ai denigratori che non mancano mai, anche il minimo sospetto sulla loro attività politica e sulle loro campagne elettorali.

E’ ovvio che chi è stato chiamato a governare la Sicilia con grandi responsabilità politiche non può stare un giorno in più a palazzo d’Orleans con il sospetto di aver favorito in qualche modo le associazioni criminali e mafiose nella felice conduzione dei loro loschi ed immorali affari.

Il presidente della Regione si dice ben lieto di questa occasione per chiarire ai magistrati la sua assoluta estraneità. E la cosa non può non farci piacere come cittadini, anche se in una regione così complessa come la nostra non è da escludere che da parte dei politici possano farsi passi assolutamente innocenti in altre parti d’Italia ma gravati da indecenti sospetti dalle nostre parti.

Per quanto mi riguarda tengo sempre presente un prezioso insegnamento del cardinale Salvatore Pappalardo che aveva il fondato dubbio di avere stretto in tante occasioni mani di mafiose che sanno inserirsi dovunque, anche nelle sacrestie più recondite. Ma avere salutato un mafioso non può costituire una colpa mentre è un reato chiedere voti, sostegni nelle campagne elettorali con la promessa di favorirli poi nell’assegnazione di lucrosi appalti.

Non ci resta che aspettare questi venti giorni che ci separano dalle decisioni del Gup, mentre dovremmo tutti ricavare una grande lezione da quanto sta avvenendo in Sicilia: fare politica non è obbligatorio, come non è obbligatorio impegnarsi per ruoli pubblici di grande prestigio, mentre essere onesti e lontani da ogni sospetto è assolutamente necessario per chi pensa di occupare cariche con grandi responsabilità nei confronti dei comuni cittadini che pretendono di essere amministrati da gente che svolge il suo ruolo con dedizione e sacrificio e non come fonte di illeciti guadagni. Perché, intendiamoci, alla fine mafia o non mafia il vero problema sono i soldi per sé e per i propri amici che prima durante e dopo ti sostengono con i loro voti e con i voti delle persone che sono in grado di maledettamente condizionare.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009