Vincenzo Noto

 

 

 

LA  MACCHINA  DEL FANGO IN PIENA ATTIVITA’

 

Fango, fango e ancora fango. Schizza da tutti gli angoli di Roma e da tutte le piazze d’Italia. E i produttori accusano le vittime e le vittime rischiano di trasformarsi in produttori. Piazza Montecitorio sembra ormai impossibile da attraversare per l’immondizia che tutti depositano e Palazzo Chigi viene accusato di essere la fabbrica ideale ed interessata per produrre ancora più fango. Ma alla fine di questa intensa attività produttiva nella quale i servizi segreti deviati trovano sempre una loro collocazione che cosa resterà per gli italiani? Macerie, solo macerie destinate a produrre ulteriore disaffezione dalla vita politica di gran parte dei cittadini onesti che temono di infangarsi soltanto a parlarne. Soprattutto i giovani, e soprattutto quelli che provengono da un mondo nei quali sono abituati a dare grande peso ai valori morali. Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ancora ieri invitava i giovani cattolici ad entrare nel complesso mondo della politica. Credo che per un giovane ci vuole veramente coraggio ad incamminarsi su una strada che è già piena di traffichini, leccapiedi, portaborse ben lieti che “i moralisti” se ne stanno alla larga pena la riduzione del loro potere.

Lo scontro tra massime cariche istituzionali, Berlusconi e Fini, rischia di allargarsi ulteriormente perché i due ormai lavorano per eliminarsi politicamente, e con i potenti mezzi, privati e pubblici, che il presidente del Consiglio ha a sua completa disposizione tutto lascia pensare che non si risparmierà in nulla soprattutto se comincia a realizzare che politicamente non conta più niente e che molti ambienti produttivi e culturali italiani lo considerano ormai un residuo da mandare in cantina.

Ma certi personaggi potenti diventano pericolosi dinnanzi alla concreta prospettiva di perdere il potere che hanno gestito ad personam beneficando schiavi e schiavetti. Chi si preoccupa dell’Italia e dei problemi degli italiani sempre più poveri, con i giovani che non riescono a trovare lavoro (nel Sud il 40 per cento!), con le grandi imprese a capitale pubblico che tagliano la manodopera e con molte di quelle private che chiudono i battenti riducendo famiglie alla miseria? A domande come queste nessuno risponde, anche se da un po’ di tempo si ha il pudore di non imbrogliare gli italiani dicendo che le cose da noi vanno meglio che altrove ed abbiamo arginato la crisi. La più grande fabbrica rimasta in piedi è quella del fango…troppo poco ed umiliante perché chi di fango colpisce di fango perisce!

 

Vincenzo Noto

 

 

progetto: SoMigrafica 2009