Vincenzo Noto

 

 

IN RICORDO DI MADRE TERESA DRAGO

 

Quando la missionarietà della nostra Congregazione si apre ad gentes e spinge il suo sguardo verso l’Africa, ecco  che la figura di Suor Teresa assume prontamente e visibilmente i contorni della missionaria.

“Lasciatemi partire per qualche anno o più – finchè vorrà il Signore – per una terra di missione” aveva chiesto per iscritto  alla rev.ma Superiora generale mentre era ancora responsabile del Collegio di Maria di Monreale(dal 1968). Correva il decimo anno di superiorato monrealese e la sua vita rasentava i 40 anni. In 10 anni di servizio scolastico aveva avuto esperienza ed incontri per convincersi – se ne avesse avuto bisogno! – che il Battesimo ci rende missionari. Perciò già a Monreale lavorò molto in aiuto delle missioni; le su alunne capirono presto che lei presto le avrebbe salutate per volare in missione. In quale parte del mondo?

Nata a Derma (Pirenaica), all’età di 11 anni, come profuga era venuta in Sicilia con la famiglia a seguito di eventi bellici minacciosi. Si potrebbe sospettare che la su vita fosse rimasta ambientata in Africa. Eppure, seguendo la chiamata divina, scelse la consacrazione religiosa nella Congregazione delle Suore Collegine e ne professò le Costituzioni il giorno 8 agosto 1949; la professione perpetua nel 1955 la ricevette per sempre nell’ Istituto corradiniano presente in Sicilia, e solo in Sicilia.

Invece Dio volle che lei mettesse piede in Tanzania e non se ne allontanasse più per tutta la vita. Lì rimasse, operosa e intelligente, per il Vangelo e per i bisognosi della gente del luogo, prima di Migoli poi di Morogoro, a impiantare il Regno di Dio nella savana presso l’equatore.

“Missionaria felice, nonostante tutto”!: questa è la su firma in una lunga lettera, nella quale espone la condizione di povertà degli abitante. Parla di analfabetismo, di evasione scolastica, di contributi pecuniari obbligatori per i bambini che vogliono frequentare la scuola statale, parla nel contempo di gratuità per i ragazzi che frequentano la scuola della missione collegina.  Lo possono fare, perché qui tutto si fa in economia. “Non c’è né un ingegnere né un capo cantiere. Il progetto e la direzione dei lavori li dirigo io stessa”: così scrive a riguardo della scuola di base che sta sorgendo, per evitare che tanti alunni abbandonino la scuola statale prima che siano in grado di conoscere se stessi, la loro dignità, i loro diritti e doveri, l’igiene e la morale fondamentale la generosità dei benefattori per soccorrere i giovani a frequentate la scuola superiore.

“Siamo qui per amore e ne abbiamo problemi da affrontare!”

Quanti problemi: per i poveri che chiedono farina, zucchero, fagioli, medicine, indumenti e pronto soccorso ed ogni altra cosa che viene a mancare più di prima quando la siccità aggrava le condizioni del bisogno.

Lei è figlia della Chiesa.  La Chiesa promuove istruzione ed educazione.  Lei fa di tutto con entusiasmo, con straordinaria creatività, con umorismo facile alle battute scherzose, frutto di intima unione con Dio.

Lei tiene in camera sua gli attrezzi per gli operai ed anche bulloni, viti, scatoloni, tubi, sanitari, colori, carte, stoffe.  Ma lei è unita al suo Gesù, diletto sposo della sua anima. Perciò scrive: “Finora non mi sono stancata, anche se trascorrere una giornata fuori casa, col caldo intenso e senza un conveniente riparo, non è cosa indifferente.  Sono molto felice ed ho una grande gioia nel cuore; fiduciosamente avanzo su questa strada, quasi al tramonto della mia vita. Non contado gli anni, quando il cuore giovane; quando si è animati dall’amore, ci si sente uniti agli altri e si sentono come proprie le sofferenze e la miseria degli altri”.

Gli altri restarono presenti al su affetto ed al suo interesse quando nel mese di luglio dell’anno scorso dovette venire a Palermo per malattia. Lei restò a pensare agli orfani, alle madri, ai giovani, agli anziani, ai sacerdoti ed agli operai, nonché alle aspiranti ed alle juniori ed a tutto il lavoro che a causa di una sorprendente attività, instancabile e produttiva, aveva consumato la sua esistenza consacrata al Regno di Dio, alla catechesi ed alla carità.

Dio non esaudì il suo desiderio di tornare là dove aveva avvicinato anche i musulmani alla sua amicizia. Il giorno 7 dicembre dell’anno scorso la avvicinò a Sé e la introdusse, serva buona e fedele, nella sua gioia eterna.

Ci rivedremo in Paradiso, perché il tuo ricordo è incancellabile in tutti noi e nei tuoi amici.

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009