Vincenzo Noto

 

 

 

 

GLI ATTACCHI ALLE PROCURE. UNA DIFESA MOLTO GOFFA

IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI E DELLA CHIESA

   

Non è solo l’Associazione nazionale magistrati ad esprimere “indignazione” per le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla Fiera di Milano sul lavoro delle Procure di Palermo e Milano. Il mondo politico è in pieno fermento, compresi alcuni settori del Pdl che cominciano ad alzare la testa, convinti che il dopo Berlusconi ha preso in qualche modo la strada del non ritorno.

Le due procure stanno rivisitando i processi per le stragi del ’92 di Capaci e di via D’Amelio,  dopo dichiarazioni di un nuovo pentito, dove hanno perduto la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Pare che attraverso queste nuove rivelazioni i magistrati stanno arrivando a leggere meglio alcune alleanze che avrebbero portato alla nascita di qualche nuovo partito. E ovviamente la cosa non può non preoccupare certi ambienti politici. Che Berlusconi abbia voluto mettere le mani avanti delegittimando il lavoro delle procure?

“Ancora una volta – denuncia l’Anm – l’onorevole Berlusconi definisce folli i magistrati che hanno come unica responsabilità quella di esercitare le loro funzioni al servizio del Paese, senza condizionamenti. E’ del tutto inaccettabile che il capo del governo affermi che i magistrati impegnati in indagini difficilissime su fatti tra i più gravi della storia del nostro paese, quali le stragi mafiose degli anni ’90, sprecano i soldi dei contribuenti. Come se non fosse interesse di tutti fare piena luce , e con ogni mezzo, su vicende gravissime che presentano aspetti ancora oscuri.”

Da sottolineare quell’”ancora una volta” del comunicato dell’Anm che lascia intendere come le dichiarazioni di Berlusconi si inseriscono all’interno di un processo di delegittimazione messo in piedi da un uomo che con la giustizia di problemi ne ha avuto tanti, e che è attualmente fuori dalle aule giudiziarie soltanto per il lodo Alfano, suo ministro della giustizia. Su questo lodo e la sua legittimità  la Corte costituzionale deve pronunciarsi fra qualche mese, ed allora è meglio cominciare a creare steccati che nessun cittadino può permettersi, tanto meno il presidente del Consiglio.

Quando ci sono problemi giudiziari in arrivo Berlusconi diventa più nervoso. Le notizie sulle trenta ragazze che Tarantini portava a villa Certosa per il godimento degli ospiti e del proprietario della villa, riempiono le cronache dei giornali e danno la sensazione di un paese alla deriva morale, e non per colpa dei disoccupati o dei lavoratori che hanno perso il lavoro tornando dalla ferie, e nemmeno dei piccoli imprenditori che faticano ad ottenere prestiti dalle banche per non chiudere le attività che tengono in piedi con tanti sacrifici familiari. Chi, per responsabilità istituzionali può e deve fare qualche cosa, lo faccia subito. Anche la Chiesa.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009