Vincenzo Noto

 

 

IL PROBLEMA NON E’ BOFFO!

 

Scrivevamo qualche settimana fa del possibile pellegrinaggio di Berlusconi al Santuario di Padre Pio come argomento per simpatiche discussioni da spiaggia.

Oggi, assai più seriamente, siamo invece a parlare del gran rifiuto del Card. Bertone a partecipare alla cena della Perdonanza assieme al nostro Presidente del Consiglio, come inevitabile reazione agli attacchi portati dal “Giornale”, quotidiano della famiglia Berlusconi, al direttore di Avvenire, quotidiano dei Vescovi italiani che, accusato di omosessualità, non avrebbe titolo a criticare il Premier.

Naturalmente, avremo modo, nelle prossime settimane, di seguire gli sviluppi dell’ “affaire” Boffo anche se ben difficilmente sapremo di un eventuale coinvolgimento, come da taluni si ritiene, di ambienti dei nostri servizi segreti. Quanto poi ad accertare che l’intera trama sia stata ordita all’interno della Chiesa da parte di taluni ostili al “nuovo corso” della Segreteria di Stato o della stessa CEI, se non alla persona di Boffo che ne interpreta gli orientamenti, manco a parlarne! La Chiesa non è usa a questo tipo di trasparenza e se panni sporchi vi sono si laveranno in famiglia. Tuttavia un  fatto c’è ed è assai importante: la presa di posizione della CEI e dello stesso Vaticano è stata netta ed incontrovertibilmente chiara. L’operazione del Giornale, sotto l’attacco al direttore di Avvenire, nasconde quello all’intero Episcopato italiano che lo ha considerato un vero e proprio (mi si lasci passare il termine, forse improprio) “atto di guerra” che segue tutta una serie di accuse e minacce da parte della Lega, l’alleato più affidabile del Presidente del Consiglio almeno sino a quando egli saprà e potrà assecondarne le richieste.

Di fronte a tutto ciò, mi pare che ciascuno di noi debba interrogarsi su due questioni: la prima è se vi sia stata preventiva conoscenza, da parte del Premier, di ciò che il “Giornale” aveva in cantiere, e la seconda se e in che misura  l’attacco a Boffo modifichi la sostanza delle questioni sollevate, non da Boffo, ma dei Vescovi italiani alla condotta di Berlusconi.

La risposta alla prima domanda a me sembra del tutto scontata, sol che si pensi al recente avvicendamento di Feltri alla direzione del quotidiano in sostituzione di Mario Giordano, evidentemente non ritenuto abbastanza “tosto” per portare avanti un disegno da “lotta senza quartiere” agli oppositori del patron. La smentita di Berlusconi, poi, in effetti non smentisce nulla. L’aver egli dichiarato: “in questi giorni non ho mai avuto alcuna telefonata con il direttore del Giornale” non esclude il fatto, com’è ragionevole ritenere, che la strategia di screditamento degli oppositori fosse stata  pianificata da tempo e non occorresse alcuna ulteriore “autorizzazione” ai singoli atti da porre in essere.

Quanto alla seconda domanda, assai più importante, penso che le affermazioni sul conto di Boffo (oggi, o di altri oppositori e critici domani) non spostino di una virgola il merito delle questioni poste dal quotidiano dei Vescovi e in buona sostanza didascalicamente sintetizzate nelle famose dieci domande di Repubblica, domande alle quali Berlusconi non ha sin qui risposto e assai probabilmente non risponderà neppure in futuro, sicchè quelle questioni restano ferme lì dove sono e la pubblicazioni delle domande potrà infruttuosamente proseguire sine die.

A margine della vicenda, il progetto di Bossi & Co. di andare a spiegare al Vaticano che la Lega è la migliore interprete delle radici cristiane oltre ad essere paradossale alla luce dei riti paganeggianti più volte richiamati a rappresentare l’identità di quel movimento, appare anche pericolosamente ricattatorio in quanto tende a porre la Chiesa davanti ad un dilemma etico: da un lato acquisire il risultato di una  legislazione su materie bioetiche nella quale l’attuale maggioranza sarebbe disponile a trasporre molte delle posizioni gradite a buona parte della Gerarchia; dall’altro limitarne l’azione di richiamo al rispetto di principi umanitari, prima ancora che religiosi, in materia di accoglienza degli immigrati ed a comportamenti eticamente consoni nei confronti di coloro che hanno responsabilità e ruoli istituzionali e di governo.

E’ un tentativo che giudico assai maldestro, che si spiega forse con la brutta piega che stanno prendendo i rapporti tra la Chiesa italiana e  lo schieramento di centrodestra che ha preteso, prevalentemente per puro scopo politico, di rappresentarne le esigenze ed assecondarne le istanze. Sono tuttavia convinto che esso rappresenti un “angolo” nel quale la Chiesa non si lascerà cacciare.

Salvatore La Mantia

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009